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Cibo e letteratura: magie e dolci profumi del Bengala

Cibo e letteratura: magie e dolci profumi del Bengala grazie alle parole della scrittrice Divakaruni

Parleremo di due libri particolari – ma che sono oramai consolidati tesori dell’umanità – fondamentali per un doppio aspetto: perchè rappresentano, attraverso l’attivazione dei sensi (profumi, odori, gusto, vista) la cultura indiana nella sua pienezza e sensualità; perchè mettono in scena il cibo come rappresentazione centrale dei significati profondi della vita, che scorrono per le strade della narrazione e nelle vene di chi legge. Stiamo parlando di Chitra Banerjee Divakaruni, nata a Kolkata e laureatasi negli Stati Uniti, dove ora risiede: un’autrice che sa muoversi agile sia nella complessa realtà indiana, dove la modernità si intreccia ai profumi e ai colori della tradizione, sia tra i campus universitari e i quartieri degradati dell’America recente: e di due suoi celeberrimi titoli: “Maga delle spezie” e “I dolci profumi del Bengala” che certamente conoscerete. Libri che ci fanno anche capire quanto profondo sia il rapporto tra cibo, cultura e territori.

Cibo e libri: una alchemica rappresentazione in “I dolci profumi del Bengala”

C’è Durga con le sue ricette, i suoi dolci che tutto il villaggio desidera, un presente di dolore e fatica. C’è sua figlia Sabitri che desidera solo studiare e spezzare le catene di una vita che non sembra appartenerle. C’è Bela che, perseguitata dalle scelte di sua madre, fugge all’estero inseguendo un amore destinato a naufragare. E, infine, c’è Tara che, dopo aver ripudiato il ruolo di figlia modello, impara quanto lungo e tortuoso sia stato il cammino di chi l’ha preceduta e le ha insegnato il potere del cuore.

Con la sua prosa ammaliante e densa di lirismo la Divakaruni ci accompagna in un viaggio extra-ordinario, dal Bengala alle strade di Houston, tra i complessi rapporti tra madri e figlie e delle innumerevoli sfumature d’amore che legano indissolubilmente le generazioni. 3 secoli e 2 continenti per raccontare la storia di 4 generazioni di donne.

“Maga delle spezie”, ancora cibo e letteratura magica

Questo capolavoro desto l’interesse mondiale verso la letteratura al femminile del gigante asiatico, se ce ne fosse stato ancora bisogno. Una vecchia signora indiana in una botteguccia di Oakland in California, con le sue mani nodose sfiora polveri e semi, foglie e bacche, alla ricerca del sapore più squisito o del sortilegio più sottile. È Tilo, la Maga delle Spezie ma è nello stesso tempo la magia della vita, la magia bianca che tutto risolve, è fede che ritorna: ma è anche stregoneria, donna libera, sortilegio.

La sua storia inizia in uno sperduto villaggio indiano dove la rapiscono i pirati, attratti dai suoi arcani e misteriosi poteri, per portarla su un’isola stregata e meravigliosa. Lì Tilo apprende la magia delle spezie che in America le permetterà di aiutare chi, come lei, si è lasciato l’India alle spalle.

Nella Bottega della Maga, dunque, sfilano vite e desideri, fatiche e speranze d’immigrati, e le spezie, con i loro mille, minuscoli occhi, scrutano ogni gesto della loro signora. Un confessionario? Una luce religiosa filtrata dalle erbe? Gemme di speranza? Ancora una volta cibo e letteratura per una pozione magica insostituibile, la lettura.

 

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