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Cibo, cultura e imprenditoria: Famelici incontra Edouard Bechoux

Intervistare Edouard Bechoux è una passeggiata. Non è difficile fargli domande, sei sicura che risponderà offrendoti diversi spunti culturali. Hai solo un rammarico: dovere concentrare il suo pensiero in poche righe, cercando di essere esaustiva e di rispettare la ricchezza del suo pensiero. “Il cibo è piacere, è condivisione di emozioni con altre persone, è uno strumento sofisticato ed elegante per permettere agli altri di conoscerti. Non è solo nutrimento. É filosofia, perché ha come caratteristica fondamentale quella di portarti a conoscere la vera essenza dell’uomo e la tua identità individualeÉ uno stimolo a interrogarti su chi sei, che cosa desideri. Una ricetta non è un elenco di ingredienti, ma studio, scienza, tempo, psicologia. Un piatto è riuscito quando con leggerezza ti spinge a riflettere”. Al Sigep di Rimini, la fiera italiana più importante del settore artigianale del gelato e della pasticceria, Edouard Bechoux, mi racconta il nuovo percorso che intende intraprendere. Lo conosco  da anni, lo considero un amico con cui ho condiviso la scrittura di libri e articoli e so che il suo progetto sarà sicuramente vincente. Edouard Bechoux non è solo un cioccolatiere, è un uomo colto e sa anticipare i bisogni di un mercato in costante evoluzione. Mentre mi racconta la sua nuova esperienza, compila un test sulle proprietà gustative del caffè. Edouard non cambia mai: riesce a fare in contemporanea più cose senza perdere la concentrazione. Scrive, parla, lancia idee da sviluppare. Quando lo incontro, “consumo” sempre almeno un taccuino! Mi sento come Robinson Crusoe che annota disperatamente tutto per non dimenticare nulla!

L’intervista a Edouard Bechoux

Edouard Bechoux

Le ragioni del tuo successo?

Essere versatile, osservare con curiosità la realtà che mi circonda”.

Il futuro della pasticceria?

“A di là dell’ovvia ricerca dell’eccellenza, i pasticceri devono imparare ad usare al meglio la tecnologia e aumentare la loro capacità di usare con intelligenza le possibilità offerte dal web. Va studiata con attenzione la nuova tendenza alla ricerca di una cucina sana. Io, per esempio, ho abbandonato l’utilizzo dei coloranti. Vince chi sa esaltare l’essenziale. Se offri un prodotto di qualità, ricercato, capace di trasmettere emozioni, puoi proporre le tue creazioni ad un prezzo capace di soddisfare le tue esigenze economiche”.

Che cosa offrono i tuoi corsi a chi vi partecipa?

“Condivido con i corsisti la mia esperienza di artigiano, ma anche di imprenditore. Mi rivolgo a chi vuole crescere. E per crescere bisogna soprattutto imparare ad organizzare il tempo nell’arco della giornata. Occorre imparare a gestire molte problematiche in contemporanea”.

Che cosa pensi del nuovo fenomeno di appassionati, spesso blogger, che cucinano a casa propria o addirittura affittano un locale e si propongono come chef?

“C’è molta improvvisazione, poca conoscenza delle norme igienico-sanitarie. Aprire un blog non significa sapere cucinare. Laddove c’ è somministrazione deve intervenire la legge per regolamentare”.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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