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Canzoni fameliche. Cantando “Per un piatto di maccheroni”

Quando il buon cibo è talmente mancante, agli occhi di chi ha fame diventa gigante.
Gustatevi questa canzone popolare cantata da un coro alpino.

Le parole sembrano allegre ma sono amare. L’umorismo, un po’ goliardico. Il ritmo, crepitante. La melodia, semplice; però armonizzata a 4 voci nel dopoguerra dal grande Arturo Benedetti Michelangeli (pianista aristocratico che, contrariamente alle apparenze, amò il folklore).

piatto di maccheroni, canzoni fameliche

Molti conoscono questo pezzo con l’incipit “Era nato poveretto”.
Ma proprio i maccheroni sono l’ossessione del soldato, l’obiettivo per cui denudarsi, azzuffarsi, sognare menu sproporzionati. E infine l’arma segreta.

Ecco anche il testo:

Era nato poveretto
senza casa e senza tetto
ha venduto i suoi calzoni
per un piatto di maccheroni.
La la la la…

Era nato in quei di Napoli
lo tenente era di Sassari
e si davan dei lapponi
per un piatto di maccheroni.
La la la la…

Un gran piatto d’insalata
quattro uova e una frittata
e sessantasei vagoni
tutti pieni di maccheroni.
La la la la…

Se vuoi vincere la guerra
sia per mare sia per terra
fa’ in maniera che i cannoni
siano pieni di maccheroni.
La la la la…

P.S: Fino a non molti decenni fa e spesso ancora adesso all’estero, “maccheroni” valeva come sinonimo di “pastasciutta”.

 

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