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Alice, cibo e cultura, il gusto delle meraviglie

Il magico mondo di Alice ha ispirato artisti che lavorano nel cinema, nel teatro, in TV o in radio fino a cantanti pop, tanto che Alice nel paese delle meraviglie forse piace più agli adulti che ai bambini.

Da più di 150 anni, le storie di Alice di Lewis Carroll hanno acceso l’immaginazione di lettori, registi e disegnatori. Nelle sue avventure compare più volte il cibo, ma il suo significato non è affatto rassicurante!

Le avventure di Alice nel mondo delle meraviglie (Alice’s Adventures in Wonderland), scritto da Charles Lutwidge Dodgson sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll, è tra le storie più rilette e amate: sono circa 8mila le edizioni del libro, tradotto negli anni in almeno 174 lingue! Un romanzo che rappresenta sicuramente un’eccezione nel panorama della letteratura per l’infanzia dell’epoca, tanto da essere apprezzato ancora oggi dagli adulti.

Dal sogno al desiderio fino all’impossibile che diventa realtà

Alice è un sogno, un desiderio, l’impossibile che diventa possibile. Insomma una magia. La piccola protagonista del libro di Carroll si riposa in riva a un fiume quando un Coniglio Bianco le passa accanto correndo affannosamente. All’improvviso sparisce in una tana. Alice, incuriosita, lo insegue e precipita in un tunnel che la porta in un corridoio pieno di porte. É l’inizio delle sue straordinarie avventure: passerà attraverso uno specchio, sorseggerà una bevanda che la rimpicciolirà, così come morderà un fungo che la farà crescere, vedrà bambini trasformarsi in maiali e una bimba essere trasformata in regina, vedrà animali, piante, ma persino delle carte parlare. Tutto le appare in modo chiaro, ma – ahimé – il nesso logico è inesistente!

Alice, il Paese delle Meraviglie e il cibo

Il cibo è il vero co- protagonista della storia di Alice. Sembra che l’autore, Carroll, ne fosse ossessionato. Avendo vissuto all’interno di una famiglia numerosa, il cibo doveva naturalmente ricoprire un ruolo importante. Al di là della veridicità dell’ipotesi, di certo nel libro i riferimenti all’atto del mangiare sono molteplici e ovviamente simbolici. Così, ad esempio, l’orologio di Bianconiglio è tagliato dal Cappellaio Matto a metà come fosse un panino da spalmare con il burro. Allo stesso modo la Lepre Marzolina riempie l’enorme orologio da taschino con briciole di pane e inzuppato nel tè. Tutto ciò che non è commestibile per magia si trasformi in qualcosa che si può divorare.

Alice stessa beve una bottiglia con scritto bevimi e ciò che contiene sembra essere più un mix di cibi solidi che una bevanda! Il sapore? Uno strano miscuglio di ananas, pane tostato, caramello e arrosto. Tutto appare assurdo. Eppure queste strane storie contengono ragionamenti assai complessi e sicuramente poco infantili!

 Un esempio è la storia del Tricheco e del Carpentiere, un modo assai originale per raccontare la lotta di classe, già percepibile dall’abbigliamento dei due strani figuri. Il Carpentiere tiene in mano un martello e indossa un grembiule, mentre il Tricheco, con  cravattino, bastone e cappello, fuma un sigaro. Alla parola lavoro pronunciata dal Carpentiere, il Tricheco inorridisce: la vita è solo godimento! E infatti il Tricheco attira le curiose ostrichette in un capannone costruito dal Carpentiere sulla spiaggia con lo scopo di poterle degustare. Non solo, il Tricheco fa credere al Carpentiere che condivideranno le ostriche, ma con l’inganno se le mangerà tutte lui.

Il cibo, ovvero l’arte del trasformismo

E che dire della Quadriglia delle aragoste o dei sassi che diventano pasticcini, come quelli rubati dal Fante processato dalla Regina? E la zuppa piena di pepe che Alice trova a casa della Duchessa? La spezia fa starnutire un  bambino che si trasforma in porcellino e scappa via.

Il cibo paradossalmente è un miraggio, sfugge, si trasforma, cambia all’improvviso grandezza e forma. E talvolta addirittura è invisibile, forse inesistente! Così sul tavolo da tè del party del Cappellaio Matto non c’è nulla da gustare. Surreale è poi l’episodio in cui Alice arriva tardi alla festa della Regina dello Specchio e così non può mangiare la zuppa e il piatto di pesce. Potrebbe cibarsi con il montone e il budino, ma vi rinuncia. Come potrebbe mai farlo, essendosi questi presentati improvvisando un inchino? Il cibo è ricercato, agognato, ma, senza alcuna spiegazione logica, non lo si può addentare.

Quando il cibo diventa avventura piacevole, ma anche terrificante

Tutto è capovolto, le regole del mondo adulto non hanno più valore: una fanciulla di buona famiglia assaggia intrugli sospetti o addenta funghi magici, seguendo i consigli di un bruco drogato. Alice è attratta dal caos, dalle novità, dal fascino di quella libertà che non accetta gabbie mentali, pregiudizi o regole imposte senza fornire alcuna spiegazione. Lo stesso cibo non ha quel valore di piacere che ha nel mondo adulto. Se nel mondo dei grandi il cibo serve per crescere, per stare bene, nel mondo di Alice spesso è associato al dolore, se non alla morte. Tutto è cibo, ma questo comporta la scoperta di una terribile verità: si mangia, ma si è mangiati.

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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