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Venezia conta 50.000 abitanti. Colpa del turismo di massa?

La Serenissima si sta spopolando, i residenti la abbandonano a causa del prezzo degli immobili che sale sotto la pressione del turismo di massa.

Venezia una città o un museo a cielo aperto? Lo chiede Venessia.com -un’associazione di cittadini veneziani – alle autorità della Città dei Dogi. Il centro di Venezia conta 50.000 abitanti l’anno, un numero assai basso. In 50 anni, 120.000 veneziani sono fuggiti dal capoluogo veneto.

L’associazione veneta è sicura di aver individuato anche la causa: il turismo di massa. La Serenissima accoglie 25 milioni di turisti all’anno e ciò comporta la caccia agli appartamenti. I prezzi salgono alle stelle e ai giovani veneziani non rimane che fuggire dalla città. Come conseguenza immediata, i negozi di prima necessità chiudono, prontamente sostituiti da negozi di souvenir, che vendono solo paccottaglia. Non solo, come rivela al Guardian Matteo Secchi, presidente di Venessia.com:”alcuni stranieri comprano case a Venezia e poi le affittano ai turisti“.

Dopo il divieto di attracco delle grandi navi da crociera, per evitare il turismo mordi e fuggi si è pensato di introdurre un pass a pagamento per entrare in città e di mettere in atto un piano per attirare chi usufruisce dello smart working. Le politiche avviate dal sindaco Luigi Brugnaro non sembrano però sortire al momento grandi effetti. Da più parti si chiede al Comune di erogare incentivi finanziari ai proprietari che affittano solo ai veneziani.

Come affrontare lo spopolamento di Venezia? La città è divisa

Venezia, dopo lo scandalo del MOSE, un sistema di dighe per combattere l’innalzamento delle acque, all’origine di uno scandalo per corruzione, si divide per risolvere il problema dello spopolamento.

Venezia conta 50.000 abitanti, ma i veneziani si dividono sulle risposte da dare al fenomeno dello spopolamento. Se chi vive in centro sostiene le misure che prevedono un pass d’accesso alla città in nome del mantenimento del loro stile di vita, chi vive sulla terraferma teme un danno economico. Due modi diversi di affrontare il futuro di Venezia. Nel novembre 2019 si era addirittura indetto un referendum a livello locale, chiedendo ai veneziani di votare sull’opportunità di una separazione amministrativa tra centro città e periferia. L’elezione non ha avuto luogo perché non ha raggiunto l’affluenza richiesta del 50%. Un episodio che però denuncia la difficoltà a trovare una risposta unanime per dare un futuro alla città lagunare.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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