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Lo strudel di mele del Trentino: la ricetta dei pasticceri da fare a casa

Eccovi, step, by step, la ricetta dello strudel di mele. In particolare vi spieghiamo come montarlo e dargli la forma caratteristica senza commettere errori.

La mela è ingrediente di diverse ricette regionali al Nord come al Sud. Come tanti frutti, può essere utilizzata in tutte le sue parti: dalla buccia fino al torsolo. Se la polpa serve per fare numerosi dolci o come ripieno delle carni, la buccia e il torsolo sono usati per fare tisane o bagne.

Famelici vi propone il dolce che meglio richiama il Trentino: lo strudel di mele, un dolce che richiama la turca baklava, un dessert di frutta secca e spezie avvolte in un guscio di pasta.

Le ricette sono veramente tante, abbiamo scelto quella che maggiormente si avvicina alle proposte che trovate in pasticceria.

La ricetta: lo strudel di mele del Trentino

 Ingredienti

Per la pasta

Farina bianca 0 300 grammi

Burro 120 g

Zucchero 3 cucchiai

Uova medie 2

Sale (un pizzico)

Acqua tiepida (solo quanto basta per impastare)

Per il ripieno di mele

Mele trentine Golden senza buccia 6

Zucchero 75 g

Succo di un limone

Pinoli e uvetta sultanina ammollata 50 g

2 cucchiai di rum

Cannella e garofano in polvere

Scorcia grattugiata di 1 limone

Per montaggio

50 g burro + 50 g +10 g per spennellare lo srtrudel

Mollica pane grattugiata

Zucchero a velo

Procedimento

Per la pasta

Mettere sulla spianatoia la farina, un pizzico di sale e lo zucchero. Mescolare gli ingredienti. Fare la fontana, rompere nel mezzo le uova e il burro ammorbidito a pezzetti. lavorare gli ingredienti, unendo acqua tiepida quanto basta per ottenere una pasta morbida (circa 100 g). Lavorare l’impasto energicamente per qualche minuto finché diventi elastica. Sbatterlo sulla spianatoia con forza per circa 10 minuti. Formare una palla, avvolgerla in un tovagliolo inumidito e metterla in un luogo tiepido, mettendovi sopra una zuppiera capovolta. Lasciare riposare per 1 ora. Intanto mettere l’uvetta in ammollo in acqua tiepida.

Per il ripieno di mele

Sbucciare le mele, tagliarle a fettine e cospargerle con una spolverata di zucchero, cannella, garofano, il succo e la scorza di un limone (ricordiamo che va usata solo la parte gialla, mai adoperare anche la parte bianca per evitare che la preparazione risulti amara). Unire il rum, pinoli e uvetta strizzata e asciugata. Mescolare e lasciare riposare per 1/2 ora.

Montaggio

Trascorso il tempo di riposo della pasta, stendere sul tavolo una tovaglia leggermente infarinata. Mettervi su il panetto e con il mattarello infarinato ricavate una sfoglia dallo spessore di circa mezzo cm. Sciogliere 10 g di burro a bagnomaria. Con un pennello bagnare la sfoglia. Passare le mani chiuse a pugno e infarinate sotto la pasta. Con delicatezza allargare la pasta, tirandola prestando attenzione a non provocare strappi. In 50 g di burro rosolare la mollica di pane grattugiata finissima. Distribuirla sulla sfoglia con un pennello. Mettervi sopra il composto di frutta asciutto, lasciando intorno un bordo di pasta vuota. Aiutandovi con la tovaglia arrotolare la pasta su se stessa, chiudendo all’interno il ripieno, facendo scivolare il rotolo direttamente sulla placca del forno imburrata. Premere la sfoglia alle due estremità, sigillando e dando allo strudel una forma a forma di cavallo. Ungere il dolce con 50 g di burro sciolto. Mettere la placca con il dolce in forno caldo. Cuocere a 180°C per circa 1 ora e mezza. La decorazione prevista dalla tradizione è lo zucchero a velo, da mettere quando si serve.

Avvertenze per una perfetta riuscita dello strudel di mele del Trentino

  • La sfoglia deve essere sottile e risultare croccante.
  • Va servito caldo o tiepido.
  • Lo zucchero a velo va messo quando si serve.
  • Per l’impasto, al posto della farina bianca, si può usare la farina di frumento e nel ripieno aggiunge le nocciole.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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