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I menu dei ristoranti con un pizzico di creatività sono 100 volte meglio

Esistono a stampa dal 1803 e ancora oggi si trovano al ristorante. Alcuno sono belli, altri no

I nuovi menu disegnati regalano divertimento e creatività alla tua esperienza enogastronomica. Li propongono con tocchi di originalità ristoranti e cocktail bar

I menu dei ristoranti sono per tutti i gusti. In genere al ristorante ti concentri sui menu solo per scegliere ciò che desideri mangiare. La lista dei piatti essendo perlopiù anonima, non si imprime nella tua mente. Spesso è portata via dai camerieri velocemente per lasciare posto alle pietanze scelte. Il tuo unico desiderio? Che i piatti siano descritti in modo chiaro per facilitarne la scelta. Eppure ci sono ristoranti o cocktail bar che hanno deciso di tentare la svolta, presentando menu illustrati.

 

il menu con le calorie

Si va dalla semplice riproduzione della tovaglia che evoca la vecchia trattoria alla più complessa mappa del quartiere dove si è scelto di cenare. Un modo per dare personalità e creatività a quella che altrimenti potrebbe essere una parte insignificante dell’esperienza culinaria.

Il menu di Niks&Co è un diario di viaggio

Niks&Co riapre con un viaggio gastronomico nell'Italia degli anni 40

Cocktail bar come Niks&Co a Milano presentano un menu che è una sorta di diario di viaggio di un personaggio di fantasia che viaggia in lambretta per tutta Italia, ripercorrendo la cultura degli anni 40 alla ricerca di piatti e ingredienti Made in Italy. Ogni drink del Niks&Co racconta poi un personaggio, un pezzo di storia della città visitata. Che dire? Un vero ripasso della storia italiana del secondo Dopoguerra. La scelta del viaggio in Italia prosegue l’esperienza di menu precedenti dedicati alla New York degli anni Venti caratterizzata dal proibizionismo e ad un giro intorno al mondo durato 180 giorni. Un menu divertente che ti invita ad accompagnare i piatti a diversi cocktail!

I menu dei ristoranti raccontano un’esperienza gastronomica

Il menu è l’elenco delle pietanze proposte da un ristorante, ma anche della filosofia del locale e dello chef. Chiudendo gli opcchi dovresti immaginarti i piatti!

C’e chi ha preferito raffigurare visi di diverse celebrità o riprendere personaggi resi famosi dagli illustratori di vecchie riviste. Una tendenza che accomuna le diverse scelte è quella di rifarsi al passato, come ad esempio ai vecchi menu in uso negli yacht club, o di usare immagini stilizzate. Per uscire dalla logica del codice QR, si cerca di stupire il cliente utilizzando al massimo la fantasia. In questo modo si rende il menu unico, un ricordo da fotografare. In taluni casi può addirittura trasformarsi in un’opera d’arte.

I menu dei ristoranti è uno storytelling: perché non illustrarli?

Dopo il Covid, la gente ha bisogno di bellezza e allegria. Le persone cercano esperienze, vogliono assaporare i piatti ma anche uno spazio gioioso e coinvolgente. I menu diventano non solo un modo per godersi l’esperienza, ma anche un motivo per ricordarla, tanto che i menu si stanno trasformando in oggetti da collezione o da postare sui social media. E poi i menu dei ristoranti spiegano il perché di un menu e ci fanno pensare!

I menu dei ristoranti sono uno strumento di marketing

menu il Baslà

Siamo rimasti fermi a Auguste Escoffier, lo chef che dedicò al menu un libro per decretare il passaggio dal servizio alla francese a quello russo. La vecchia scuola prevedeva che si disponessero tutte le portate insieme come se fossero la trama di un racconto. La scuola russa impose invece di dare un ordine alle pietanze, facendole uscire una alla volta. La pratica poteva disorientare il commensale, per cui fu necessario creare una “minuta”, un foglietto che presentasse il pasto. Il menu era più che altro destinato per feste dei nobili e avvenimenti istituzionali.

Con l’ascesa della borghesia e del piacere di manfiare fuori casa si impose nella ristorazione. Piano piano si è trasformato in uno strumento di marketing. Da allora è stato il trionfo del colore odella sobrietà, del lettering pop o del minimalismol, della complessità o della semplicità.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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