L’IGI – Istituto del gelato Italiano e la Doxa presentano la fotografia degli ice cream lovers. Secondo i dati raccolti lo scorso anno le vendite di gelato industriale nel fuoricasa hanno avuto un aumento del +57,3%.
Il gelato è un alimento amato da molti, un momento di piacere da condividere con gli altri, considerato sicuro, buono, sempre più innovativo e inclusivo. È questo, in estrema sintesi, il profilo del gelato confezionato delineato dai risultati di un’indagine Bva-Doxa, commissionata dall’Istituto del Gelato Italiano e somministrata a un campione più di 2.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana. Un’indagine interessante da cui emerge una curiosa lista di nuovi comportamenti degli italiani in relazione al consumo del gelato industriale.
Gli italiani e il gelato confezionato: come cambia il consumo
L’indagine svolta da Bva-Doxa e commissionata da Igi-Istituto del Gelato Italiano descrive le abitudini di consumo e delinea le convinzioni degli italiani sui gelati confezionati. Li consuma il 99% degli mitaliani e il 93% li considera alimenti prodotti in ambiente igienicamente sicuro. Si apprezza la porzionatura e la certezza di trovare facilmente il gusto preferito.
Alimento associato al sole, alle vacanze, il gelato viene consumato in prevalenza nella calda stagione estiva (98%). Ma si assiste a una parziale destagionalizzazione dei consumi: due italiani su tre lo consumano anche in primavera e quasi uno su tre perfino in inverno.
Il gelato preferito è il cono (57%), al secondo posto si classificano le vaschette formato famiglia (41%). Oltre un italiano su tre dichiara di preferire lo stecco o il biscotto mentre le mini-porzioni sono indicate tra le preferenze da un italiano su 10.
Gli italiani e il gelato confezionato: i luoghi comuni
La principale opinione errata relativa al gelato confezionato, che ha espresso ben l’81% degli italiani, è la convinzione che il gelato industriale contenga conservanti, dato che sale addirittura all’87% nella fascia fra i 18 e i 34 anni.
“In realtà nel gelato confezionato non vengono mai utilizzati conservanti. Il freddo stesso è il conservante naturale per eccellenza. Di conseguenza, diventa fondamentale il rigoroso rispetto della catena del freddo per mantenere le migliori qualità organolettiche del gelato” – commenta Giovanna Rufo, tecnologa alimentare dell’IGI. “Tra i luoghi comuni più difficili da estirpare troviamo anche la convinzione che i gelati contengano grassi idrogenati. Ben il 71% del campione ne è convinto e anche questo è lontano dalla realtà.
La parte «grassa» di questi alimenti è rappresentata dai grassi del latte o da olii e grassi vegetali. Quanto questi ultimi, grazie a un’iniziativa volontaria delle industrie produttrici di gelato, non vengono più impiegati gli idrogenati, che possono apportare acidi grassi trans, potenzialmente dannosi per il sistema circolatorio”.
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