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Come riconoscere la vera birra artigianale

Oggi è sempre più difficile districarsi tra mille informazioni e consigli per l’acquisto. Quali sono veri? La birra artigianale è un prodotto di grande richiamo, non stupisce che il termine artigianale possa diventare un facile richiamo per il consumatore.

Nel 2018 sono stati censiti 850 impianti, diffusi soprattutto nel Nord Italia. Ma ormai ogni provincia italiana può contare almeno un birrificio artigianale. Impiegano più di 4000 lavoratori.

Come riconoscere la vera birra artigianale

Ma come fa il consumatore a essere sicuro di bere una autentica birra artigianale? Con l’ascesa delle birre artigianali, è cresciuto il timore che i grandi gruppi industriali possano creare confusione. Da qui l’esigenza di creare il primo marchio collettivo.

L’idea dei birrai di Unionbirrai è quella di garantire la birra artigianale con il marchio Indipendente Artigianale, già apponibile su bottiglie e imballaggi in modo da assicurare le caratteristiche di indipendenza del produttore e di artigianalità del prodotto.

L’esigenza di creare un marchio che identifichi i veri birrifici artigianali – spiega Vittorio Ferraris, Presidente di Unionbirrai – è nata dal grande incremento nel numero di produttori che c’è stato negli ultimi anni. A seguito di questa crescita e del successo riscontrato sul mercato italiano, i grandi marchi industriali hanno iniziato a realizzare dei prodotti molto simili alle birre artigianali o hanno acquistato alcuni birrifici che quindi non sono più indipendenti. Ecco allora che questo simbolo ci consente di informare correttamente il consumatore, garantendo ai veri produttori artigianali il riconoscimento del loro lavoro”.

La legge che definisce quando una birra si può dire artigianale

Come riconoscere la vera birra artigianale

Nel 2016 l’Italia si è dotato di una definizione legislativa relativa a cosa intendere con la dizione birra artigianale. Un vero elemento innovativo nel contesto internazionale. La legge sulla birra artigianale (154/2016) recita: si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Una indipendenza sia legale che economica.

Quando nasce in Italia la birra artigianale

I pionieri iniziano a produrre birra artigianale nel 1996. In pochi anni cresce la cultura della birra. La birra artigianale è ricercata per la sua capacità di differenziarsi da quella industriale, il cui tratto distintivo è quello di presentare un gusto sempre uguale a se stesso.

L’Italia è uno dei primi paesi europei a sviluppare questo mercato. Non esiste un consumatore assuefatto a una birra, la curiosità, la voglia di sperimentare è più forte. In più, il nostro paese ha una grande tradizione culinaria che allena al gusto. Il nostro palato è educato a riconoscere e ad apprezzare i sapori. La birra artigianale, a differenza di quella industriale,  si presta ad accompagnare un pasto. Il compito più grande è quello di fare conoscere la cultura della birra, di educare il consumatore.

Chi è Unionbirrai

Associazione di categoria fondata nel 1999

  • 325 associati produttori
  • 688 beer taster
  • 24 beerfirm
  • 5 distributori specializzati
  • 15 partner tecnici
  • 26 pub

Il futuro della birra artigianale passa attraverso i pub

Recentemente Unionbirrai ha messo  in cantiere anche un marchio dedicato ai pub: una targa in ottone che permetterà ai clienti di riconoscere le realtà dove è quotidianamente possibile assaggiare la vera birra artigianale italiana.

Salute!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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