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Come fare la migliore insalata russa (con un pizzico di storia)

L’insalata russa è un classico della cena o del pranzo di Natale. Un piatto “canaglia” che incontra il gusto di tanti. Ecco come farla e qualche notizia sulla sua storia.

Conosci la storia delle origini dell’insalata russa? Sarebbe più corretto parlare di leggenda. Si narra che la prima insalata russa sia stata fatta nel 1864 dallo chef franco-belga Lucien Olivier presso il ristorante L’Ermitage. Purtroppo non conosciamo la sua ricetta nata dall’osservazione di come un cliente alquanto bizzarro mescolava diversi ingredienti tra loro. Il giorno seguente lo chef lo imitò mixando verdure, frutti di mare, selvaggina legati da una salsa misteriosa. Si trattava della salsa Oliver Salad, più conosciuta come insalata russa.

Oliver è l’inventore dell’insalata russa? Non tutti sono d’accordo. Alcuni documenti attestano che sarebbe nata prima. La sua ricetta è riportata nel ricettario ‘Il cuoco moderno‘ dello chef Charles Elmé Francatelli (1805-1876) sotto il nome di Insalata Russa. Qualunque sia la sua storia, l’insalata russa ha avuto un gran successo in tutto il mondo. Oggi poco rimane della ricetta originale e del caviale che la rendeva esclusiva, ma patate e maionese sono rimaste tra gli ingredienti indispensabili.

Se in Italia l’insalata russa è protagonista delle tavole natalizie, in Russia è servita a Capodanno, negli Usa tutti i giorni come antipasto e in Spagna accompagna le tapas. L’insalata russa ha anche la sua Giornata mondiale, che si celebra ogni 14 novembre.

Come fare la migliore insalata russa

Gli ingredienti indispensabili? Carote, rape e patate lessate e tagliate a cubetti, punte d’asparagi e pisellini dolci. Aggiungete poi a piacere listarelle di lingua salmistrata, polpa di aragosta o pesce a polpa soda, funghi bolliti, tartufi, cetrioli salati, capperi, uova sode. Condite con maionese, che può essere anche gelatinata. La decorazione può prevedere gli stessi ingredienti impiegati per la composizione. Si possono aggiungere filetti d’acciuga, fettine di pomodoro, olive snocciolate e capperi. la tradizione vuole che sia servita circondata da spicchi di uova sode.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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