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Chiaretto, uno dei vini del lago di Garda più amati dai wine lovers

Tra i vini veneti forse non è il più conosciuto. A molti il nome Chiaretto dice poco, a patto di non essere un wine lovers o un esperto di vini. Eppure è un vino che se assaggiato non si dimentica facilmente. Io l’ho degustato a Il chiaretto che verrà, una giornata dicembrina organizzata dal Consorzio del Chiaretto e del Bardolino, per scoprire come è il rosé gardesano prima che diventi Chiaretto.

Chiaretto, uno dei vini del lago di Garda, da scoprire

Chiaretto, uno dei vini del lago di Garda: anteprimaHo assaggiato un chiaretto ancora torbido, direttamente dalla vasca o imbottigliato da poco, nel momento in cui sprigiona le sue note di pompelmo rosa e albicocca. Un’esperienza unica, considerando che il Corvina ha bisogno di tempo per raggiungere la complessità. Il chiaretto non è un vino a breve beva, ci sono ottimi vini rosé invecchiati che testimoniano il valore di una rivoluzione culturale: il vino si fa in vigna.

L’anteprima dell’anteprima del Chiaretto è iniziata con una Masterclass “Chiaretto vs Rosè”, inventata da Angelo Peretti, Franco Cristoforetti e dal Consorzio di Tutela di Chiaretto e Bardolino presso il ristorante La Loggia Rambaldi sul lungolago di Bardolino. 3 Chiaretto 2017 sono stati degustati alla cieca assieme a 6 Rosè francesi della stessa annata, premiatissimi dalla critica internazionale pregiati e dal costo superiore. Tutti accomunati dalla scelta di un colore rosato chiaro.

Il curriculum del chiaretto non è da tutti: il cibo come cultura

Il Chiaretto di Bardolino o Chiaretto, ottenuto da uve Corvina Veronese utilizzata fino al 95% nell’uvaggio, fatta salva con un 5% di Rondinella, è un rosè chiaro prodotto sulle rive del Lago di Garda.
Le origini sono antichissime. Risalgono all’epoca romana. I Romani, nel periodo augusteo, durante la loro espansione “internazionale” , portavano nel mondo la loro cultura agricola ed enologica. Lo facevano attraverso le villae rusticae, il punto più alto dell’efficienza agricola e manufatturiera romana.
Che il vino fosse conosciuto, apprezzato e ritenuto ricco di valori culturali lo testimoniano i sermoni di San Zeno, vescovo di Verona, dove si fa riferimento all’uva e all’arte di fare il vino: “Dalla forza delle tempeste, del sole e della pioggia l’uva è condotta alla maturità; anche il giusto, dalle frequenti e terribili tentazioni di vario genere, è condotto alla corona. Ma quando sia giunto il tempo della vendemmia, cioè il giorno della persecuzione, i grappoli vengono strappati indistintamente, cioè contro gli uomini santi sconsideratamente si leva la mano violenta dei persecutori. I grappoli sono portati al luogo della torchiatura, cioè i cristiani sono condotti al luogo del supplizio. Nel medesimo luogo sono calpestati dai pigiatori, cioè, con somma offesa scherniti, sono scannati dai persecutori”
Oggi è un vino apprezzato non solo in Italia, ma anche all’estero: Germania, Nord America, Belgio e Olanda. Un obiettivo? Sfondare in Francia.

Chiaretto, uno dei vini del lago di Garda: rosé

Rosé revolution: Chiaretto, uno dei vini del lago di Garda da degustare con qualche accorgimento

Servito ad una temperatura di circa 12 °C, il Garda DOC è un’ottima scelta per un aperitivo a base di salumi, crostini di carne bianca, ma anche guazzetti di crostacei, zuppe di pesce, castagne, tacchino ripieno con castagne e selvaggina.

Attendiamo con curiosità l’Anteprima del Chiaretto che si volgerà il 10 e l’11 marzo a Lazzise.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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