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Tenute Ballasanti: il vino e l’Etna, ovvero ‘a muntagna

Il vino non custodisce solo sapori e profumi, ma anche la cultura e la storia di un luogo. I vini di Tenute Ballasanti raffigurano la forza delle donne, una forza rappresentata dalla ricerca di un difficile equilibrio tra tenacia, grazia e passione.

Coraggio, passione, determinazione, amore per la sua terra, ecco le qualità di Manuela Seminara, titolare con il marito Fabio Gualandris di Tenute Ballasanti. Manuela è una delle protagoniste di quell’universo femminile che da qualche anno sta rivoluzionando il mondo del vino italiano. Donna curiosa, colta, intraprendente, ha realizzato un sogno grazie alla concretezza del marito Fabio Gualandris, astrofisico bergamasco con la passione per la botanica, i bonsai e la filosofia giapponese. L’unione di due caratteri diversi ma complementari ha portato alla creazione di un mix esplosivo che ha reso possibile la produzione di tre vini assai eleganti: TenaceTemerario e Sublime, i tre monovarietali da Carricante e Nerello Mascalese.

Tenute Ballasanti 1

La passione di Manuela per il vino è nata tanto tempo fa, quando il nonno la portava in campagna e le insegnava il valore della terra.”Sono nata a Catania – racconta Manuela – ed ho ereditato la forza e la fierezza dell’Etna mitigata dalla morbidezza del mare. L’amore per il vino della mia famiglia nasce con il bisnonno, Don Lorenzo, che agli inizi del ‘900 a San Giovanni Montebello, una frazione di Giarre, produceva vino e lo vendeva ai francesi. Qui, alla nascita dei figli maschi, piantò due pini marittimi. Un luogo magico, dove, secondo la mia bisnonna, Donna Mara, col vento “ballano anche i santi”. Un rifugio dove si ritirava per liberare i suoi pensieri, sciogliendo quello chignon che raccoglieva i suoi lunghi capelli. ll rapporto con la terra è sempre stato presente nella mia famiglia. Mio nonno mi ha insegnato che per ragionare devi toglierti le scarpe e poggiare i piedi sulla nuda terra. Un insegnamento che non ho mai tradito, così come non ho mai tradito la mia montagna, la mia Etna!”

Qual è il terreno che nutre il vino di Tenute Ballasanti

I vigneti di Tenute Ballasanti, che si estendono su un totale di 5,5 ettari, equamente divisi tra Carricante (a Mascali), Nerello Mascalese (tra San Giovanni Montebello e Piedimonte Etneo), producono tre vini “tumultuosi”, figli del loro territorio, capaci di trovare il migliore equilibrio con la ricca cucina siciliana e le migliori proposte culinarie italiane ed internazionali.

Gli appezzamenti, a un’altezza compresa tra 400 e 880 metri, godono di un suolo permeabile, grazie alla presenza di uno scheletro di classe granulometrica con dimensioni superiori a 2 mm, ricco di potassio e mediamente povero di azoto e fosforo. “Tenuta Ballasanti – come racconta Fabio Gualandris – impiega principi biologici in vigna, rifugge dall’improvvisazione e si affida a maestranze locali. L’obiettivo è quello di esaltare il bello attraverso il concetto di armonia e di restituitrlo attraverso la valorizzazione del territorio e il lavoro di chi è del posto“. Per raggiungere l’eccellenza è stato chiamato Gianluca Scaglione, enologo albese, nato in una famiglia di agricoltori e grande appassionato di vini.

Dove abbiamo degustato il Temerario, il Tenace e il Sublime

tenute ballasanti aprea

L’occasione per conoscere Tenute Ballasanti è un pranzo organizzato dall’azienda presso il nuovo ristorante di Andrea Aprea a Milano, un ristorante dove gusto, memoria e tempo si incontrano felicemente. All’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati, il ristorante propone tutte le tappe dell’esperienza gastronomica di Andrea Aprea, uno chef che da sempre ama la sperimentazione.

Una spettacolare vetrata panoramica consente di distrarsi con discrezione dalle portate per posare lo sguardo sul parco di Porta Venezia e sullo skyline della città. Spazio, tempo, vista e sapori si fondono per regalare agli ospiti la scoperta del senso del buono e del bello espressa in una grande combinazione di ricerca e di seduzione.

Un pranzo o una cena è l’occasione per visitare anche la Fondazione Luigi Rovati, un palazzo storico dove l’arte etrusca dialoga con l’arte contemporanea. Le oltre 250 opere, su due piani espositivi, creano un continuum narrativo nel dialogo per opposizioni o contiguità fra antico e contemporaneo. Il visitatore ammira le opere esposte ma allo stesso tempo gli spazi architettonici.

Degustazione di vini per comprendere il valore del tempo

Tenute Ballasanti

La degustazione dei vini Tenute Ballasanti è un viaggio nel tempo. Sorseggiare un calice di vino permette di comprendere la mistica natura di kronos, mentre per chi lo produce significa assoggettarsi alla dura legge dell’accettazione dell’imprevisto.

Noi stessi con il vino diventiamo tempo, custodi della storia a cui dobbiamo le nostre origini. Impariamo, infatti, a conoscerci solo se riscopriamo le nostre radici. È lo stesso percorso dei migliori vini e forse per questo li produciamo fin dall’antichità. Ma è giunto il momento di presentarvi i vini in degustazione, vini con un grande potenziale d’invecchiamento.

tenute ballasanti

Il Tenace, Etna Bianco Doc 2020

Nasce a circa 700 metri slm sui pendii dell’Etna in contrada Chiusitti (Mascali,Catania), da uve 100% carricante, vendemmiate nella seconda decade di ottobre. I filari con impianto a guyot crescono su un terreno vulcanico, permeabile, ricco di potassio e ferro e povero di azoto e fosforo assimilabile. Caratterizzato da un colore giallo paglierino dai brillanti riflessi verdolini, presenta al naso profumi citrini, note floreali e di fieno fresco, con un finale ferroso e minerale. Un vino fresco e piacevole.

Il Temerario, Sicilia Doc 2019

In contrada Ricciari Ciappari San Giovanni Montebello (Giarre,Catania), si trovano i vigneti che danno vita aI Temerario. Qui il nerello mascalese è il protagonista, le sue piante sono allevate ad alberello singolo a tre branche seguendo i dettami dell’agricoltura biologica. Il terreno è vulcanico, permeabile, con presenza di potassio e ferro. Si tratta di un vino un po’ rude, muscoloso, che il tempo renderà più morbido. Al naso presenta spiccate note balsamiche, di frutta fresca, su sfondo floreale e fruttato, lievemente sanguigno e rugginoso. Al palato risulta succoso e con buona mineralità.

Il Sublime, Etna Rosso Doc 2020

Il nuovo nato di Tenute Ballasanti, che sarà proposto solo nelle migliori annate, porta nel bicchiere la storia di un vigneto centenario, allevato ad alberello singolo a tre branche sui pendii scoscesi dell’Etna a Piedimonte Etneo. Il Sublime dona importanti emozioni enoiche: dal colore rosso intenso e profondo, a sentori di ribes e pepe nero su sfondo vanigliato e lievemente rugginoso, fino a giungere a una beva accattivante data dal suo nerbo tannico. Si impone per l’eleganza raggiunta grazie all’equilibrio tra la componente zuccherina-alcolica e quella acida. Un vino che all’inizio sembra timido, ma che poi dimostra una bella complessità di sapori. Una perfetta metafora del carattere di Manuela Seminara.

 

 

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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