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Cenare da Sadler in un cortile di una casa di ringhiera della vecchia Milano

Quando spunta il primo sole estivo a Milano, tutti, milanesi e turisti, vogliono cenare all’aperto. Ora, dopo il lockdown, non è più un desiderio, è un’esigenza! Molti, anche  i grandi chef della Milano gourmet, hanno curato l’apertura di nuovi spazi al di là delle pareti del ristorante.

Per chi ama cenare sotto le stelle, all’aperto, in un cortile circondato da case di ringhiera della vecchia Milano, un posto imperdibile è il Ristorante Sadler. Qui in uno spazio allestito elegantemente, la cui cornice sono case risalenti al 1800, hai una certezza: gustare il piacere dei piatti proposti da un grande chef.

Per me la sua cucina è uno spettacolo teatrale recitato da grandi protagonisti e diretto da un abile regista. Uno spettacolo che tocca le corde dei 5 sensi.

Il prologo: uno scrigno di amuse-bouche

Le sorprese per essere tali, devono essere inaspettate e devono essere preparate predisponendo il palato a riceverle. Ed ecco allora una prima chicca gourmet: una rivisitazione del classico prosciutto e melone, a cui è stata aggiunto carattere grazie al pepe di Sichuan. Si tratta di una zuppa di melone con maionese di melone e prosciutto croccante. Il segreto di un piatto semplice ma di sicuro effetto? L’utilizzo dei semi di melone. Eh sì, perché in cucina non si butta via niente! Una cucina green è la miglior entrée per il restart!!!

cenare da sadler in un cortile. Il prologo: uno scrigno di amuse-bouche

É giunto il tempo del coup de théâtre: 5 amouse-bouche che in un attimo, o meglio in un sol boccone, ti raccontano la cucina di Claudio Sadler. Come narrarla? I piatti indossano costumi eleganti e invitanti. Se il riso da passeggio sceglie una mise più sobria, l’uovo di quaglia, ricotta, olive nere e spirulina non esita a giocare con i colori.

Cenare da Sadler in un cortile. uno scrigno di amuse-bouche

Un tesoro raccontato simpaticamente e in modo originale da disegni colorati che ci suggeriscono gli ingredienti di queste piccole prelibatezze.

cenare da sadler in un cortile. L'antipasto servito in uno scrigno e raccontato con disegni

Primo atto: carpaccio di tonno rosso “dry age” alle erbe con bottarga, salsa di uva e insalatina di germogli

cenare da sadler in un cortile

É un piatto dove gli ingredienti amoreggiano e tu lo assapori quasi in trance. Vorresti essere al loro posto, provare la stessa capacità di creare quella armonia magica. Un piatto, che come nel primo atto di un’opera teatrale ti colpisce per la sorpresa che va al di là delle nostre attese. I ritmi cambiano susseguendosi con improvviso cambi di scena che ti lasciano estasiato.

Secondo atto: cevice con astice e nervetti

sadler

Il secondo atto è il trionfo dell’eleganza del gusto. É puro piacere voluttuoso. É il piatto che prepara al gran finale. Un piatto estremamente moderno, una modernità in costante evoluzione, capace di rispettare la tradizione. Sapori che si fondono unendo culture diverse. Un dialogo tra due ingredienti/attori che necessitano di un’abile regia.

Il gran finale: il tocco del Maestro

Cenare da Sadler in un cortile

I Tortelli di Provolone Sigillo Rosso con susine di Valpolicella e grue di cacao sono l’ultimo atto. Il colpo di scena che non ti aspetti. La sensazione che provi? É come volare senza le ali. Ti libri nell’aria, pur stando comodamente seduto al tavolo. Gustare questo piatto è come entrare in possesso di una chiave che ti dà l’accesso a ricordi nascosti chissà dove. Un piatto dal forte potere evocativo!

E che fine hanno fatto le parole a fine serata? Si sono ammutolite per farci scoprire quel luogo dell’anima dove si crea un concerto di emozioni che sa eseguire solo un grande regista. Una cena che colpisce il cuore!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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