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Ricette light: semifreddo di cassata ai pistacchi e all’arancia

La cassata non ha bisogno di presentazioni, ma se è in versione light forse sì. La sfida lanciata da Davide Mosca, chef presso la Steak House Karné a Milano, in via Zuccoli 6, è quella di farvi assaporare un dolce da tutti conosciuto come ipercalorico in versione light, ovvero senza zucchero. La cassata è nata da sedimentazioni culturali antichissime, che risalgono all’epoca in cui i pastori sfruttavano il latte per produrre numerosi prodotti alimentari. Di certo è un dolce che ha conquistato subito i palati di tantissimi e a cui molti non vogliono rinunciare. Lo si può alleggerire, rendendolo light? Lo chef Davide Mosca vi propone una variante “leggera” invernale che prevede l’utilizzo di pistacchi, uva, noci e arancia con un leggero profumo di cannella.

Semifreddo di cassata ai pistacchi e arancia al profumo di cannella con acini freschi di uva, noci e miele

Di Davide Mosca

Ingredienti
Per 9 persone

450 g Uva
400 g Panna
150 g Miele
100 g Albume
100 g Noci
20 g Granella di pistacchi
1 Cucchiaino di cannella in polvere
Scorza d’arancia

Procedimento

Diluite 100 grammi di miele con qualche cucchiaino di panna. Montate il resto della panna con la cannella. A parte montate gli albumi con 50 grammi di miele. Diluite il restante miele con qualche cucchiaino di panna, per renderlo liquido, e unirtelo alla panna montata. Successivamente incorporate delicatamente gli albumi, il pistacchio e la scorza d’arancia. Congelate il composto ottenuto. Servite il dessert con acini freschi d’uva, noci ed un filo di miele.

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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