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Cibo e territorio: un racconto continuo

L’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di territorio posto sotto tutela. In queste aree l’agricoltura e l’allevamento costituiscono un forte legame tra la cultura rurale e l’uomo, che diventa custode del paesaggio e produttore dei più noti dei prodotti locali tipici della tradizione culinaria italiana. Perchè cibo è cultura!

Il cibo è molto di più della lista di piatti che leggiamo in un menu. Da sempre ci è difficile dividere il cibo e i calici del vino dalla storia, dall’arte, dalla lingua e dalla cultura in generale. In Italia, nella sua millenaria storia, tutto si è interconnesso in profondità, dando come risultato quello che viene definito “Made in Italy”, un senso più che un marchio, un senso che comunica sapore, saperi, gioia e paesaggi coniugati con sicurezza e garanzia centenari: l’evoluzione del gusto alimentare ha fatto sì che sviluppassimo di conseguenza precisi tratti della nostra cultura e della nostra società. Cibo e territorio è racconto.

La grammatica del gusto si coniuga con la lingua e i tesori del territorio

L’evoluzione del cibo ha portato all’affinarsi del concetto di convivialità e anche di ospitalità che nella nostra cultura è segno distintivo; e ancora il cibo ha fatto progredire la ricerca medica, scientifica e tecnologica. Attraverso il lavoro nei campi e l’allevamento abbiamo definito nuovi spazi sociali e rafforzato il nostro rapporto con il territorio. Tanto il cibo è entrato nella nostra vita, nello story telling giornaliero che moltissimi modi di dire gastronomici sono diventati tesoro della lingua madre: dal “buono come il pane” alla “gallina dalle uova d’oro”, da “piangere sul latte versato” al più generico “parla come mangi”. Ma questa narrazione ha trovato posto in capolavori di tante forme d’arte, dalla letteratura alla saggistica dalla pittura alla scultura. Riportimo qui di seguito solo due esempi, tanto grandi da essere esaustivi….

Tra il 1495-98, Leonardo da Vinci affrescava la sua Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie: è apoteosi di un racconto con il cibo che connette il terreno al divino. La Canestra di frutta (1594-98) di Caravaggio, invece, ha dettagli artistici che sottolineano il miracolo della sua fattura e l’enigma della sua scrittura e trasmettono così bene il binomio sapori e saperi.

Cibo, territorio e filosofia: l’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento

Il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, famoso per aver coniato l’espressioneL’uomo è ciò che mangia, a metà Ottocento, scriveva: “I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello, in materia di pensieri e sentimenti. L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento“.

 

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