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Cibo, cultura e apprendimento cognitivo

Abbiamo intervistato Nicoletta Lastella, Presidente Centro Sviluppo Cognitivo, su come, anche nei disturbi cognitivi, il cibo possa ricoprire un ruolo importante. Da sempre il cibo è vita, anche cognitivamente parlando.

Ecco un’interessante intervista con Nicoletta Lastella, Presidente Centro Sviluppo Cognitivo, (www.sviluppocognitivo.it) su un tema assai dibattuto: il rapporto tra disturbi cognitivi e cibo. Il cibo è vita, anche cognitivamente parlando. Cibo, cultura e apprendimento sono da studiare mettemdoli in relazione tra loro.

Cibo, cultura e apprendimento cognitivo

Cibo e disturbi cognitivi, come si coniugano?

È abbastanza semplice da comprendere come, nel caso di una stimolazione dei cinque sensi, il cibo possa ricoprire un ruolo importante sia per la sua “familiarità” con tutti i bambini di ogni età e provenienza sia perchè in modo naturale conduce ad un approccio sensoriale facile e istintivo. L’Esperienza di Apprendimento Mediato di Feuerstein presuppone che una persona non incontri uno stimolo per caso ma gli venga presentato da un mediatore con l’intento di farlo conoscere pienamente al mediato. Il mediatore decide e organizza quando, come, con quali modalità, in quale contesto, per quanto tempo, presentare uno stimolo o un gruppo di stimoli ai bambini e conduce il mediato a dare una risposta adeguata allo stimolo, essendone lui stesso un esempio di risposta.

Casi diversi, metodologie diverse?

Sì, certo, le metodologie che applichiamo nel nostro lavoro di tutti i giorni sono diverse: spiccano BraiRx, il metodo Piaget, vari Giochi Cognitivi, il metodo Feuerstein (in questo caso parliamo di Apprendimento Mediato). Quest’ultimo è un’evoluzione rispetto alla teoria di Piaget secondo la quale l’apprendimento di un bambino avviene solo attraverso le esperienze che incontra. Per Feuerstein invece il vero apprendimento è l’incontro con gli stimoli attraverso un mediatore che favorisce la piena conoscenza dello stimolo attraverso azioni mirate, pensate appositamente per aumentare le competenze del mediato.

Abbiamo utilizzato l’esempio della frutta come stimolo quotidiano disponibile all’interno di una famiglia per trasformare una realtà apparentemente non adatta all’apprendimento in situazione dalla quale invece apprendere moltissimo: stimolazione dei cinque sensi, classificazione di dati attraverso una suddivisione per categorie di appartenenza. Quest’ultima azione abitua il bambino a ricevere uno stimolo e subito a metterlo in un ordine ben definito all’interno della propria mente, sapendo andarlo a riprendere nel “posto giusto” al momento del bisogno. Ci poniamo come obiettivo lo sviluppo del potenziale di apprendimento e il potenziamento delle abilità cognitive del bimbo. Appare utile in ambiti diversi: si va dal grave ritardo mentale sino ai disturbi leggeri nell’apprendimento passando anche per veri training di formazione.

Cibo cultura e apprendimento

 

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