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Romano di Lombardia, un borgo storico che non ti aspetti

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Sono sufficienti due ore per visitare questa cittadina a 20 km da Bergamo, i cui monumenti portano il sigillo della dominazione viscontea, sublimata nel Castello. Di valore sono anche le tre chiese che cingono Piazza Roma, salotto buono del borgo, Palazzo della Regione e i quattrocenteschi portici della Misericordia. Ce lo racconta Raffaella Borea.   

Metti un pomeriggio di un inverno climaticamente atipico, aggiungi la naturale propensione alla scoperta e concludi con un pizzico di voglia di essere stupita da luoghi inattesi. Da queste premesse prende forma la visita a Romano di Lombardia, borgo storico a due passi da Bergamo, ma anche da Crema e Milano. Un piccolo gioiello visitabile anche in sole 2 ore, che ha molto da raccontare oltre al Castello Visconteo, probabilmente il suo monumento più conosciuto.

Alla scoperta di Romano di Lombardia

Eppure a svelarsi agli occhi del visitatore curioso c’è anche molto di più, come i cortili nascosti in vicoli stretti che disegnano un dedalo semplice da percorrere, i palazzi affrescati e dipinti come opere d’arte e, soprattutto, i tre luoghi di culto che si rincorrono maestosi in Piazza Roma, nei secoli teatro non solo del mercato cittadino, ma anche delle esecuzioni pubbliche. È in questo salotto cittadino che si affacciano i monumenti più celebri di Romano di Lombardia come il Palazzo della Ragione che, tra più antichi di tutto il borgo risalendo al XIII secolo, nei secoli venne adibito a diverse funzioni di carattere pubblico (pretura, tribunale).

A definirlo, oltre alla sua architettura, caratterizzata dall’uso di borlanti di fiume a spina di pesce intervallati da decorazioni in cotto risalenti all’epoca viscontea e dalla presenza di un bassorilievo ritraente il leone di San Marco con un libro aperto, è un porticato dove troneggia un marmoreo banco del pesce di epoca romana. I portici del Palazzo della Ragione proseguono sino a fondersi con quello della Misericordia, chiaramente riconoscibile per lo stile gotico.

L’Angolo delle tre chiese


Diverse sono invece le scuole d’arte che si rincorrono sulla facciata della Chiesa di Santa Maria Assunta e San Giacomo Maggiore che, seppure costruita a partire dal XII secolo, porta evidenti i segni di diversi rifacimenti e restauri (XIV secolo, al XV e al XVI) culminati con la sua totale ricostruzione nel XVIII secolo. Ricostruzione che le conferì l’immagine attuale, in cui a troneggiare sono l’imponente facciata esterna e il doppio campanile posto sui due lati e la processione di statue che si nascondono nelle nicchie centrali e laterali (San Giacomo, Sant’Antonio, San Defendente e San Bartolomeo). Ad illuminare gli interni della struttura, ad unica navata che confluisce in una abside semicircolare, è una grande finestra la cui luce sembra guidare verso gli altri 9 altari e le sagrestie che collegano questa Chiesa direttamente alla Basilica di San Defendente Martire, in posizione arretrata, quasi nascosta.

Al protettore della città è dedicata una struttura ad unica navata, chiusa da una volta a botte, dall’ingresso caratterizzato da un piccolo pronao sormontato da un terrazzino e da una grande trifora a semicerchio che dona luce all’interno. Interno che è fasto e ricchezza, complici i dipinti di diversi artisti e suggestivi stucchi. A catturare l’attenzione è però il presbiterio che, posto su una scalinata monumentale, si allunga sopra alle antiche mura medievali della città, al di sotto delle quali è stata mantenuta un’antica strada di camminamento militare.

Completa l’”angolo delle tre chiese” quella della Beata Vergine di Lourdes, cesellata tra la contrada dell’antico Ospedale e la piazzetta San Defendente. Tre navate, presbiterio poligonale e stile gotico lombardo scandiscono gli spazi di questa struttura, suggestiva sia per le colonne a righe orizzontali che sorreggono le velette a crociera, sia per la presenza di quel Crocefisso Miracoloso del XVIII secolo che venne portato in pellegrinaggio a Roma in occasione dell’anno Santo.

Non solo architettura religiosa

Sebbene l’architettura religiosa scandisca la maggior parte dei monumenti cittadini, esistono però anche altre strutture che meritano una tappa nell’itinerario di visita, come Palazzo Rubini, edificio di metà ottocento dalla facciata tipicamente neoclassica, ritmata da 6 colonne con capitello che sorreggono un grande timpano triangolare dove si stagliano tre statue a contatto con il cielo. Inizialmente costruito per ospitare il tenore cittadino Giovanni Battista Rubini, oggi è sede di un museo e del corpo civico musicale a lui dedicato, oltre che del liceo locale e di due scuole di musica.

TESTO DI RAFFAELLA BOREA

CREDIT PHOTO @GMGph

 

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