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Leonardo Da Vinci impone il tovagliolo ai milanesi

leonardo da vinci e l'invenzione del tovaglioloIngegnere, pittore, architetto, scienziato. Leonardo Da Vinci è famoso in tutto il mondo per la sua natura poliedrica e camaleontica. Non tutti sanno però che il grande innovatore fiorentino si dedicò anche all’universo dell’apparecchiatura, inventando un oggetto assai comune nelle nostre case e di assoluta praticità: il tovagliolo.

Fino al Medioevo, i commensali – fossero reali, nobili o semplici contadini – erano soliti pulirsi bocca e mani nella…tovaglia! Fu solo nel 1491 che i tovaglioli giunsero sulle tavole dei signori dell’epoca e il merito fu proprio del buon gusto di Leonardo Da Vinci.

Leonardo Da Vinci mette in riga gli Sforza

«Una volta, a fine cena, dopo che gli ospiti se n’erano andati, guardando la tovaglia del mio Signore Ludovico, ho visto una scena di totale disordine e inciviltà — neanche un campo di battaglia poteva assomigliarle — e ora penso che la mia prima priorità, prima di qualsiasi cavallo o pala d’altare, sia quella di trovare una soluzione. Ne ho già in mente una».

In quello che oggi viene chiamato Codice Romanoff troviamo un Leonardo Da Vinci, piuttosto stizzito dal comportamento barbaro, diffuso nei banchetti di Ludovico Sforzo Il Moro, e desideroso di portare una certa civiltà a tavola.

A testimoniare l’interesse di Leonardo Da Vinci per la creazione di “una tovaglia in miniatura” per ogni ospite, per l’appunto un tovagliolo, è anche il fitto scambio epistolare tra Pietro Alemanni, all’epoca ambasciatore di Firenze e Milano, e il signore di Firenze.

«Signoria Fiorentina (luglio 1491 — Annuali di Firenze, volume 14, pagine 314-315) dichiara che Mastro Leonardo… da qualche tempo ha abbandonato la scultura e la geometria per risolvere i problemi delle tovaglie del Sire Lodovico, la cui sporcizia — me l’ha confessato — lo assilla. E adesso ha messo in tavola la sua soluzione: una tovaglia individuale posta davanti ad ogni ospite, da insozzare al posto della tovaglia grande».

I milanesi non capiscono, ma… Leonardo Da Vinci non si arrende

leonardo da vinciLa risposta dei milanesi? Tutt’altro che soddisfacente per il povero Da Vinci. A raccontarcelo è sempre Pietro Alemanni che nelle sue lettere testimonia l’insuccesso totale dell’invenzione leonardesca. Alla sua prima comparsa sulla scena pubblica, il tovagliolo crea, infatti, un grande scompiglio e confusione tra i commensali. Alcuni usano il tovagliolo per soffiarci il naso, altri giocano a lanciarselo addosso, qualcun’altro lo usa per nasconderci le vivande e c’è chi arriva perfino a sedercisi sopra. Sembrerà strano ma…a nessuno viene in mente di impiegare il tovagliolo per pulirsi la bocca.

Il risultato è la solita tovaglia sporca e ricoperta di macchie. Leonardo Da Vinci non perde però d’animo e arriva anzi a pensare ancora più in grande. Come? Disegna persino degli schemi per illustrare come piegare correttamente i tovaglioli in eleganti forme raffiguranti fiori, uccelli e palazzi. Per agevolare l’affermazione del tovagliolo e una maggiore igiene nelle mense, Leonardo Da Vinci progetta anche dei macchinari per asciugare i tovaglioli dopo il lavaggio. Si trattava di macchine ruotanti, manovrabili dagli uomini ma anche, difficile ricostruire come, anche dalle api!

Nell’Ultima Cena, la tavola di Leonardo Da Vinci è di gran classe

Leonardo Da Vinci L'Ultima Cena di Leonardo Da Vinci

Dove possiamo ammirare l’ideale di tavola per il grande Leonardo? Naturalmente a Milano. Nel capolavoro dell’Ultima Cena, fateci caso, è raffigurata una bella tavola imbandita e  apparecchiata con cura. La tovaglia è bianca, linda e ben dispiegata. Sembra appena uscita dal cassetto. Da buon visionaria qual era, Leonardo Da Vinci immaginò e dipinse una tavola ben diversa da quelle dell’epoca.

 

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Written by Alessandra Cioccarelli

Le mie radici sono milanesi, lo sguardo... sempre in viaggio. Scrittura e didattica sono la mia passione e diventata giornalista mi sono specializzata nel settore cultura, viaggi ed enogastronomia. Alla Paolo Grassi ho incontrato la scrittura creativa e dal 2017 sono co-founder di Famelici.it. Cosa amo raccontare? Posti segreti, itinerari curiosi, storie insolite e contaminazioni di saperi...

in Hu, Antonio Biafora, Roberto Conti non solo chef, ma anche artisti e poeti della cucina. Protagonisti fuori dal coro di un mondo alla ricerca di nuove proposte

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