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Come rendere morbido il pane raffermo: conosci il metodo del sedano?

Il pane è raffermo? Lo puoi rendere morbido usando tre metodi semplici, ma che richiedono attenzione per ottenere ottimi risultati. Contro gli sprechi in cucina.

Uno dei piaceri della tavola è poter mangiare il pane appena sfornato. Ovviamente sei d’accordo con noi, anche se scuoti la testa. Conosciamo la tua obiezione: non sempre è possibile. E invece sì, basta rendere di nuovo morbido il pane raffermo, facendogli recuperare la sua fragranza e il suo sapore. Non è affatto una battaglia persa in partenza. Certo sappiamo di non poter contrastare la perdita della sua umidità a causa di un processo chiamato retrogradazione dell’amido, che consiste nella tendenza da parte dell’ amido a riassumere la struttura originaria.

Di rilevante importanza è il trattamento termico a cui è sottoposto il pane durante la cottura. Durante questa, infatti, la struttura dell’amido viene modificata, perdendo così la sua natura cristallina e ordinata. Avviene il processo di gelatinizzazione, che provoca l’aumento dell’assorbimento dell’acqua da parte della farina e l’irrigidimento delle proteine, dovuto all’azione combinata di calore e vapore, favorendo la formazione di una rete glutinica molto soda.

L’umidità minima richiesta per iniziare il processo di gelatinizzazione è di circa il 25% e la temperatura di circa 55-70°C. Una volta assorbiti, gli amidi si gonfiano e creano una consistenza spugnosa, fresca e soda. Quando gli amidi si ricristallizzano nel tempo, perdono l’umidità del processo di cottura. Ma se scaldi il pane, l’amido gelatinizzerà di nuovo e si ripristinerà la consistenza morbida, riguadagando l’originaria fragranza.

Come rendere morbido il pane raffermo? 3 metodi

  • Forno a microonde
  • Forno tradizionale
  • Metodo del sedano

Forno a microonde

Si tratta del metodo più conosciuto e più veloce. Occorre mettere il pane nel microonde insieme a una ciotola d’acqua. Poi riscaldare il pane a bassa temperatura per 10 secondi. Girare il pane. Riscaldare per altri 10 secondi a bassa temperatura. In alternativa, si può prendere un tovagliolo di carta e inumidirlo sotto l’acqua fredda (non eccedere con l’acqua, il tovagliolo deve risultare umido). Successivamente avvolgere il pane nel tovagliolo inumidito e metterlo nel microonde per dieci secondi. Prima di servire in tavola, rimuovere il tovagliolo.

Forno tradizionale

Il metodo di riscaldamento con il forno tradizionale è un po’ più lungo rispetto al microonde, ma funziona altrettanto bene. Preriscaldare il forno a 150 °C. Avvolgere molto bene il pane con della carta d’alluminio per cucina. Occorre prestare attenzione a ricoprire con la carta tutto il pane per evitare che questo venga nuovamente inumidito all’interno del foglio e che, una volta raffreddato, non rilasci l’umidità rimanente sotto forma di vapore, ottenendo l’effetto opposto.

Mettere il pane avvolto nella carta di alluminio nel forno preriscaldato per 5-20 minuti. Se stai riscaldando una fetta di pane o un piccolo panino, ci vorranno circa 5 minuti. Per una pagnotta di pane grande ci vorranno circa 20 minuti. Dopodiché, togliere il pane dal forno e lasciarlo raffreddare su un foglio di carta assorbente, prima di servirlo in tavola.

Se il panino è troppo asciutto, puoi spruzzarlo con dell’acqua con le mani. Ciò contribuirà a ripristinare il contenuto di umidità del pane oltre a ammorbidirlo. Ovviamente non devi esagerare con l’acqua. Basta una piccola spruzzata.

Metodo con il sedano

Sicuramente è il modo più insolito per riportare alla fragranza originaria il pane. Il metodo del sedano è lungo, dura un’intera notte. Occorre prendere un sacchetto di plastica e metterci dentro un gambo di sedano e il pane, chiudendo bene l’involucro. Successivamente il sacchetto va riposto in frigorifero tutta la notte per consentire al prodotto di assorbire l’umidità durante la notte. Trascorso il tempo necessario, si toglie il sedano che apparirà duro e asciutto, avendo perso la maggior parte dell’umidità.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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