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Asolando, ovvero passeggiare alla ricerca della felicità

A volte certi luoghi ti sorprendono: è il caso di Asolo, da cui deriva “asolando”. Il poeta inglese Robert Browning lo elesse luogo di sorprendente ispirazione, tanto da coniare il termine “asolando” per indicare lo stato d’animo di felicità che accompagna quelle passeggiate che ti fanno scoprire la bellezza del perdersi nei propri pensieri, godendo di un paesaggio.

Robert Browning: asolando

Uno scorcio di Asolo, borgo per cui il poeta Robert Browning coniò il termina asolando

Robert era innamorato del Veneto, di Venezia, sempre desideroso di conoscere amene località che lo ispirassero nella composizione dei suoi versi. Mentre era intento alla stesura del “Sordello”, un amico, un pittore americano, lo porta ad Asolo. É amore a prima vista. Nei suoi sogni il borgo, disteso elegantemente sui declivi dei colli, quel territorio che aveva affascinato anche il Canova, ritornerà spesso. Asolo è il luogo dove il poeta ambienta “Pippa passes”, la storia di una filatrice di seta che racconta storie drammatiche. Nel frattempo Browning si innamora perdutamente di una poetessa di origini giamaicane, più vecchia di lui di 6 anni: Elizabeth Barrett. Un amore che nasce da uno scambio epistolare dedicato alla letteratura. Elizabeth è una donna fragile, affetta da malattie di tipo psicosomatiche. Il loro è un amore segreto, osteggiato dal padre di Robert che non voleva che i figli si sposassero. I due convolano a nozze e dalla loro relazione nasce un figlio, ma Elizabeth presto muore. Browning si trasferisce ad Asolo, vive presso la Villa Scotti Pasini, dove fa piantare nel giardino un cipresso che da allora diviene l’albero decorativo di tutti i giardini di Asolo. Scrive “Asolando”, ovvero “andare a prendere un po’ d’aria”, “divertirsi all’aria aperta”. E allora la prima cosa da fare arrivati ad Asolo è proprio quella di perdersi tra le vie di un borgo tutto da scoprire. Naturalmente asolando!
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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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