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Adoro disegnare cibo “appetibile”! Parola di Vaps

Come vede il cibo un illustratore? Che cosa significa disegnare cibo? Sarebbe più esatto chiedersi forse come un artista vede la realtà (sia esteriore che interiore) in toto, ma tant’è.

Abbiamo “intercettato”e intervistato Vanni Soru, in arte Vaps, artista e art director. Incontrandolo ci viene subito in mente (e il concetto è presente anche in una delle domande poste) la celebre citazione “la mappa non è il territorio”. Proprio a questo proposito riportiamo una sintesi del pensiero dell’ingegnere e filosofo polacco che l’ha creata, cioè Alfred Korzybski: gli esseri umani non possono sperimentare il mondo direttamente, ma solo attraverso le loro astrazioni (impressioni non verbali, che derivano dal sistema nervoso, e indicatori verbali derivati ed espressi dalla lingua). Qualche volta le nostre percezioni e la nostra lingua ci allontanano dai fatti con i quali abbiamo a che fare veramente…

Senza esagerare nel voler approfondire, in questa sede, concetti tanto complessi riguardanti l’impianto cognitivo dell’uomo, ci basta avere consapevolezza dell’incertezza delle apparenze 🙂, consapevolezza che è certamente utile quando si parla di arte …

Disegnare cibo

Disegnare cibo: intervista a VAPS, tra una matriciana ed una illustrazione
Qui sopra: Vaps nel suo studio. Immagine in alto: dettaglio di un’illustrazione per packaging.

Conosciamo Vanni da molti anni: è un giovanissimo ricercatore nel campo visuale fortemente connesso con le proprie opere, ne è tutt’uno… Vaps è art director in un’agenzia di comunicazione a Milano, ma – come ama lui stesso sottolineare – solo “nelle notti di luna piena” si trasforma in illustratore!  E per finire? E’ anche batterista in un gruppo hard rock! Ecco le sue risposte alla nostra breve intervista.

Da dove nasce la tua creatività? Qual è il percorso delle idee?
Non c’è mai un unico percorso per arrivare all’idea. Personalmente, mi ispiro e mi lascio influenzare da tutto ciò che mi circonda, guardo tanti siti web, Instagram, fumetti, e il risultato arriva tramite associazione di idee. Poi c’è il passaggio sulla carta o in digitale, che è la parte più divertente…

La ‘mappa non è il territorio’ diceva Korzybski …

Uno degli aspetti più difficili del mio lavoro è sicuramente trovare un proprio stile, personale, originale, che esca naturalmente e che non sia “forzato”. Arrivati a questo obiettivo, diventa automatico rappresentare qualunque soggetto si abbia davanti con il proprio tratto, e questa diventa la rappresentazione della propria realtà (con tanti saluti a Korzybski!).

Il cibo: che emozioni particolari provi nel disegnarlo?

Il cibo è un soggetto divertente: posso sbizzarrirmi nei colori, nelle posizioni, nei contesti, ma rimane sempre leggero e piacevole. Molti dei cibi che ho disegnato sono talmente iconici (di forma e colore) che posso trasformarli come voglio mantenendo la loro identità invariata. Un altro aspetto che adoro è disegnare il cibo davvero “appetibile”, deve venire voglia di assaggiarlo!

A proposito: quali sono i tuoi piatti preferiti? 

Sono un amante della pasta, in numerose varianti, ma credo vincano l’amatriciana e la carbonara. Poi, per conquistarmi, basta offrirmi un piatto di carne, alla griglia, ai ferri, impanata, al forno….

Disegnare cibo un’arte come quella di cucinare!

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