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De Kromme Watergang- 2 stelle Michelin nello Zeeland

In Olanda, nella regione dello Zeeland, tutto è condivisione, a due stelle Michelin. Ed è caldamente consigliato uno spasmodico amore per il pesce. D’altronde nella terra dello “zee”, mare in olandese, tra bagnasciuga tramutati in parchi naturali e dune strappate alle acque salmastre, se non amate il pesce, è meglio che virate verso l’interno. Incredibile? Non in Olanda.

“Kitchen rebel”: lo chef Edwin Vinke

Eccoci al De Kromme Watergang, accolti dallo chef Edwin Vinke che, da stereotipo di buon “kitchen rebel”, sorride e, per prima cosa, ci porta a dare un’occhiata all’ampio giardino dove coltiva tutte le erbe che vengano poi utilizzate al ristorante, facendo ampia mostra dei tatuaggi e mostrando una naturalezza che in Italia non sarebbe usuale, con due stelle Michelin alle spalle. Sono oltre 260 varietà di erbe, una cifra sproporzionata ma “questo è un floating garden, ovvero un giardino galleggiante, se si scava per 10 metri si trova l’acqua salmastra. Ma la cosa interessante è che in questo particolare mix di terra, sabbia, mare (e cielo azzurrissimo) cresce qualsiasi cosa, ecco perché ho piantato anche delle piante provenienti da dei miei viaggi in Perù e in Giappone”.

Der Kromme. In Olanda, nella regione dello Zeeland, tutto è condivisione, a due stelle Michelin. Ed è caldamente consigliato uno spasmodico amore per il pesce. D’altronde nella terra dello “zee”, mare in olandese, tra bagnasciuga tramutati in parchi naturali e dune strappate alle acque salmastre, se non amate il pesce, è meglio che virate verso l’interno. Incredibile? Non in Olanda.Di quello che si raccoglie si usa tutto, dai semi, ai fiori, alle radici, al gambo e alle foglie, contro ogni spreco e secondo stagionalità. Lo chef Vinke propone due menu: 5 portate dei suoi piatti firma (halibut&granchio con alghe, kimchi e yogurt; merluzzo con foglie, verbena e limone) a 98 euro e abbinamento dei vini a 9 euro a bicchiere; il menu sperimentale, per veri amanti del pesce (le tipiche ostriche olandesi con diverse salse e marinature; il granchio reale del mare del nord con salsa di mele, avocado e erbe del suo giardino; il caviale Oscietra Royal Belgian) 12 portare a 158 euro a persona, 225 con abbinamento vino. Si tratta di prezzi davvero low cost per un ristorante di tal fatta nel pieno dello Zeeland.

Chi è lo chef

Edwin Vinke ha iniziato la sua carriera nelle cucine del padre di Sergio Herman, televisivo e bistellato chef del Jane di Anversa, ma a 24 anni si è messo in proprio e insieme alla moglie gestisce un ristorante sempre pieno, a una trentina di minuti dalla ricca e modaiola cittadina di Knokke, ma immerso tra i prati e il lastricato di un paesino senza tempo, dove ancora le vecchie signore si stupiscono dell’arrivo di “stranieri”.ostriche

Edwin è un uomo che ama fare le cose da solo: con la calma e la rilassatezza del caso coltiva il suo orto e gestisce un fiore all’occhiello della regione.

Tra una portata e l’altra è consigliato l’ozio nell’ampio giardino interno dalle influenze zen, con cascata e stagno per enormi pesci rossi, che nuotano placidi sapendo di non essere il contenuto della prossima portata. Per accontentare tutti e per ampliare i coperti del ristorante Edwin organizza contemporaneamente anche delle tavolate in riva al mare, a 5 minuti dal ristorante, per un’esperienza che, nelle giornate di sole, lascia davvero senza fiato. Nessun sale aggiunto nella sua cucina, solo quello naturale della salicornia o delle alghe che raccoglie spontanee e solo lo iodio che viene dalle vicine onde come contorno e sottofondo. Assaggiare la sua cucina merita un viaggio nello Zeeland.

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Written by Roby Rossi

Chi sono? bella domanda! ispirandomi a Pico Iyer, "una sorta di piccione viaggiatore...".

"...viaggiare è il modo migliore per salvare l`umanità dei luoghi e per liberarli dall`astrazione e dall`ideologia. E nello stesso tempo anche noi veniamo salvati dall`astrazione e riusciamo a capire quanto possiamo dare ai luoghi che visitiamo, e come possiamo diventare una sorta di piccione viaggiatore - un antiespresso federale, se vogliamo - che trasporta avanti e indietro quello che serve ad ogni cultura."

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