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Il cibo e la pittura nell’epoca d’oro fiamminga

Il cibo e la pittura nell’epoca d’oro fiamminga

Natura morta alimentare?  Sarebbe meglio dire cibo e pittura nell’epoca d’oro fiamminga. Il nome suona un po’ lugubre ma si avvicina alla traduzione letterale: intendiamo parlare della mostra Slow Food: Stillevens uit de Gouden Eeuw” esposta al Mauritshuis all’Aja, tanto per intenderci il Museo che ospita uno dei punti di riferimento dell’arte mondiale, cioè “La ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer (naturalmente con decine di altri maestri e loro capolavori).  E questa informazione non è solo un ghiotto appuntamento da agenda, bensì un segnale forte di attenzione verso il cibo, i suoi riti e utensili. Insomma trattasi di cibo e cultura. Questa volta l’occhio del curatore (Quentin Buvelot) si è fermato sul cibo e la sua rappresentazione durante l’epoca d’oro (The Golden Age): quindi in posa pane, burro, salumi, noci e tanto formaggio. All’Aia fino al 25 giugno si celebra il cibo con una mostra che accoglie circa 30 opere dei più grandi maestri fiamminghi (e non solo) che hanno saputo raccontare il cibo, ecco alcuni dei nomi: Osias Beert, Floris van Schooten, Clara Peeters e molti altri.

Il cibo e la pittura fiamminga: qualcosa di più di una semplice mostra….

Si tratta di una delle prime mostre dedicata allo sviluppo della natura morta in Olanda e nelle Fiandre con riferimento al cibo, avvenimento non così scontato in una cultura del nord certamente non così attenta alla ritualità del “mangiare” tanto presente invece nel Bel Paese (e nella sua arte). Un punto di partenza della mostra è stato l’acquisizione nel 2012 del capolavoro “Natura morta con formaggi, mandorle e pretzel  di Clara Peeters (nell’immagine in alto). Oltre a questo lavoro possono essere goduti capolavori provenienti dal Museo del Prado (Madrid), la National Gallery of Art (Washington) e il Museo Ashmolean (Oxford). E dunque tavoli riccamente decorati con il cibo al centro e attorno oggetti di valore: un tovagliolo di damasco finemente dipinto, la consistenza friabile dei formaggi stagionati, riccioli di burro e riflessi di luce raffinati sul coltello, calici dorati, brocche di terracotta e porcellane orientali, mostrati nei minimi dettagli. Ma al centro altri alimenti della realtà nordica: pesce, ostriche, gamberi, formaggi, salumi, pane e snack come olive o noci. C’è anche una pianificazione di incontri culinari a tema durante quattro sabati – l’ultimo il 17 giugno 2017 su frutta e verdura e anche questo significa un segnale importante sulla volontà di approfondire la tematica del connubbio tra cibo e pittura e arte in genere. Insomma il cibo e la pittura non perdono d’interesse!

PS. Interessante l’approfondimento presente in «la Lettura» #286 di domenica 21 maggio: un articolo di Stefano Bucci racconta le tavole imbandite dell’aristocrazia e della borghesia olandese della mostra, in un dialogo con Andrea Ghiselli, esperto di alimenti e nutrizione: è evidente che nella dieta nordica di rappresentanza del ‘600 prevalgano le proteine animali mentre nel foto-contest indirizzato ai visitatori è già emerso il quadro generale: primo piano a frutta e verdura. I tempi cambiano, anche per l’arte. Permane l’interesse per il cibo e la pittura.

 

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