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Piombo, una canzone vi seppellirà. Per riflettere sul caso Moro

Piombo, una canzone vi seppellirà, un musical d’autore per fare riflettere sulla storia recente dell’Italia: stragismo, rapimento e delitto di Aldo Moro, anni di piombo, strategia della tensione, terrorismo.

Sulla scena del Teatro Menotti, a Milano,  un padre di famiglia, un politico sequestrato e rinchiuso in una “prigione del popolo”, un giornalista, un operaio e una brigatista squarciano un silenzio assordante calato su quegli anni ricordati oggi solo con celebrazioni che nascondono imbarazzo.

Piombo è un progetto di Gipo Gurrado, che firma la drammaturgia, il libretto, i testi, le musiche e la regia. La scelta di raccontare attraverso la musica gli anni di piombo è una scelta coraggiosa che squarcia la retorica che ci allontana da capire che cosa è successo 40 anni fa in Italia.

Perché vedere Piombo, una canzone vi seppellirà

Tutti evitano le domande più difficili da affrontare: che cosa avrei fatto io se avessi vissuto quegli anni ponendomi delle domande che non ottenevano risposta? Se fossi stato un lavoratore sarei sceso in piazza o per paura mi sarei chiuso in casa? Se fossi stato un politico avrei fatto scelte diverse? Se fossi stato un brigatista avrei valutato una strada differente che non mi condannasse a trasformarmi da rivoluzionario in un vile assassino? Solo alcune domande, ce ne sono tante…ma pochi hanno il coraggio di farle. É come se quegli anni, che per molti hanno segnato la triste fine degli ideali del 68, fosse scesa la cappa soffocante del silenzio. Una generazione che urlava, che voleva cambiare radicalmente la società si è trovata tra le mani un cadavere ingombrante, un uomo, un politico che tragicamente ha riassunto sul suo cadavere le contraddizioni del potere.

Una parola che torna spesso durante lo spettacolo è SILENZIO, un silenzio spesso invocato, spesso chiesto per rendere una tragedia collettiva una tragedia personale. Un silenzio che mira a fare dimenticare, a sussurrarci che la realtà in cui viviamo è immodificabile, che è meglio essere una monade, meglio se virtuale, piuttosto che un cittadino, che fa domande a cui si deve dare una risposta. Meglio urlare in una scatola vuota, slogan che ottengono tanti like, piuttosto che ragionare. Perfetta la descrizione del ruolo dei media, sempre meno liberi, sempre più assoggettati a quel mostro che si autoalimenta e che è diventata l’opinione pubblica. I giornali non sono più organi di informazione, il cui scopo è quello di contribuire a formare un’opinione libera e fondata su idee o fatti legittimati dalla razionalità, ma un “cumulo” di pagine vuote, piene di errori, alla continua rincorsa di notizie che non sono più né ricercate né sottoposte a verifica. Vince il chiacchiericcio. Oggi è Facebook il giornale, costruito da improvvisati giornalisti. Come si alimenta una fake news? Rincorrendo tanti commenti (spesso perfettamente inutili), mettendo delle falsità tra l’uno e l’altro. Chi leggerà il post annegherà in un mare di sciocchezze e si dimenticherà addirittura quale era la notizia che ha suscitato tanto scalpore. Libertà o populismo?

Lo spettacolo si conclude con una pietra lanciata in quello stagno che è l’odierno dibattito politico: la necessità di mettere al centro delle riflessioni il lavoro che non può essere ridotto a precariato, spesso sinonimo di sfruttamento. La dignità degli esseri umani non ha prezzo. É il fondamento di una repubblica che si dice basata sul lavoro.

Per ricordare…non solo Aldo Moro

Come viene ricordato in Piombo, una canzone vi seppellirà

Francesco Zizzi, Vice-brigadiere della polizia

Raffaele Iozzino, Guardia di Polizia

Giulio Rivera, Guardia di Polizia

Domenico Ricci, scorta di Aldo Moro

Oreste Leonardi, scorta di Aldo Moro

Peppino Impastato, giornalista, che ridicolizzava Cosa Nostra con l’ironia della parola divulgata attraverso una radio indipendente da lui fondata

Fausto e Iaio, due studenti milanesi impegnati a redigere un libro bianco sugli spacciatori di droga del loro quartiere e gli estremisti di destra (una volta si chiamavano fascisti).

Per non ucciderli di nuovo, è nostro dovere ricostruire la storia di quegli anni, ammettendo gli errori e rispondendo a quelle domande che nessun silenzio cancellerà. 

Piombo, una canzone vi seppellirà

Di Gipo Gurrado

Regia: Gipo Gurrado

Cast: Andrea Lietti, chitarre, Davide Gorla, Elena Scalet, Enrico Ballardini, GIpo Gurrado (live electronics, Giulia D’Imperio, Mauro Sansone (batteria e piano)

Una produzione Odemà e Tiktalik Teatro

TEATRO MENOTTI

Quando: dal 08/05/2018 al 13/05/2018

Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 02 36592544 – biglietteria@tieffeteatro.it

Orario biglietteria
Dal lunedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00
domenica ore 14.30 | 16.30 solo nei giorni di spettacolo

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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