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8 marzo: cioccolatini o scarpe? Due in uno

Uno degli oggetti più carichi di allusioni – sensoriali, sensuali, erotiche, antropologiche, oniriche, storiche, letterarie, favolistiche – sono le scarpe. Uno dei cibi più carichi di significati – sensoriali, sensuali, erotici, antropologici, onirici, storici, letterari, favolistici – è il cioccolato.

Figuriamoci quindi delle scarpe di cioccolato. Come quelle di Nicolò Moschella, pastry chef. Scarpe di vernice, rosse e sexy ed extralucide non da indossare, no no. Ma da divorare. O da centellinare, fate voi: anche se la degustazione seria del cioccolato presupporrebbe un assaggio grande come un quadratino da 1) osservare 2) annusare 3) ascoltare (sì, il cioccolato che si spezza ha un suono!) 4) lasciar sciogliere in bocca con lentezza esasperante, per cogliere ogni nota aromatica.

Il cioccolato non si dovrebbe proprio mordere e masticare, dicono gli specialisti di analisi sensoriale! Siete capaci di provarci?

8 marzo: nicolò moschella

L’8 marzo di questo giovane pasticciere, scuola Iginio Massari, è dunque un cioccolato-scultura. Contrariamente a tante sculture (come quelle che vedete nei grandi concorsi di pasticceria) è commestibile per intero – la base di cioccolato fondente, la scarpa dal tacco alla punta, di cioccolato bianco verniciata con colorante alimentare rosso.

Scarpe rosse, simbolo forte di energia e di affermazione femminile. Si possono ordinare – anche per un compleanno o un’altra occasione diversa dalla festa della donna, per esempio in versione bianca per una sposa – sul sito www.nicolomoschella.it.

Visto che stiamo parlando di scarpe, seppure molto particolari, vorrete sapere modelli, taglie e prezzi: per il modello con zeppa, 410g, 50 euro l’una; per il modello décolleté, 340g, 40 euro l’una.

[foto Monica Balzan Communication]

 

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