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Salvare l’ambiente o i cocktail? Forse abbiamo la soluzione

Plastic free è il lieto motive 2019. E tutto ciò non poteva non coinvolgere anche il mondo della mixology. Se già da anni ci si interrogava sulla necessità della cannuccia e se fosse corretto utilizzarne due, ora ci si domanda come rispondere all’esigenza green del rifiuto della plastica.

Salvare l’ambiente o i cocktail?

Prima considerazione: per bere un cocktail le cannucce non sono indispensabili. Seconda considerazione: entro il 2021 la plastica monouso sarà vietata in Europa.
Ecco allora imporsi la moda della cannuccia d carta. Ma non sembra essere davvero ecologica. McDonald’s, che dal 2018 ha sostituito  la plastica con cannucce eco-friendly, ha dovuto ammettere di non riuscire a riciclarle interamente i nuovi prodotti.
Nel mondo della mixology si è preferito ripiegare sulle cannucce di pasta, tentativo low-cost ed eco-friendly ma non adatto ai celiaci. Altra strada  le cannucce in metallo o in vetro temperato.
Si è andati oltre proponendo cannucce commestibili, realizzate a base di farina di riso e di mais, con il vantaggio di essere gluten-free e biodegradabili.
Finalmente si era pensato di avere risolto il problema. Ebbene non è proprio così. Superato il problema ambientale, si è incorsi in quello dei 5 sensi.
Ma le cannucce nei cocktail servono o solo solo inutili orpelli? Ed è poi vero che il barmam assaggi il cocktail prelevandone. un paio di gocce tramite cannuccia per poi buttarlla?

Il triste esperimento di un gin tonic con cannuccia di mais

Che dire? Io l’ho assaggiato un cocktail con cannuccia di mais. Un triste esperimento. Il gin  sembrava essere stato bollito in una pentola destinata alla cottura di pasta. Forse meglio rinunciare alla cannuccia, che fare a meno di quella piacevole sensazione regalata da un ottimo cocktail!

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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