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Lo “stress natalizio” fa bene davvero agli affari?

Essere troppo stressati non fa bene allo shopping

Lo “stress natalizio” fa bene agli affari? Ansia, senso di solitudine e malinconia durante le feste impongono nuove domande per affrontare il post-pandemia.

Il Natale dovrebbe essere uno dei momenti più felici dell’anno: pranzi, cene, condivisione della tavola con altre persone. Ma non per tutti è così, per alcuni è un momento di solitudine, malinconia, rabbia e tristezza.

Lo “stress festivo” è reale ed è qui tra noi anche quest’anno. Secondo una ricerca, il 31% degli americani descrive le festività natalizie come “frenetiche”. Una ricerca di Highbush Blueberry Council pubblicata sul New York Post lo dice chiaramente: si sta esagerando con l’ansia del Natale. Certamente, in apparenza, potrebbe sembrare che questa ansia sia favorevole ai negozianti ma a questi livelli no, diventa contro producente. Lo studio esamina i livelli di stress delle persone e i relativi comportamenti durante le festività natalizie. La sequenza temporale dello “stress festivo” si estende per tutto il mese di dicembre, con scoppi iniziali di stress legato alle festività che si verificano intorno al 13 dicembre per l’intervistato medio.

In Italia secondo un’indagine del MioDottore il  42% degli italiani vive con felicità il periodo natalizio, ma un altro 40% sembra tenere ben presente anche i contro delle festività e un restante 18% non riesce proprio a sopportare lo spirito natalizio che si respira per le strade. A prescindere dalle differenti motivazioni emerge dall’indagine che la festività rappresenta una fonte di stress per il 78% degli italiani.

L’ansia del Natale, quando la magia del Natale non funziona (affatto)

Secondo gli intervistati, le parti più stressanti delle vacanze sono lo shopping di regali (56%), la folla e le file (54%), le pulizie (45%), sapere cosa regalare alle persone (38%) e cucinare (36%). La pressione per avere un “Natale perfetto” si fa sentire anche sul 41% degli americani, che confessano di aver lavorato “troppo duramente” per raggiungerlo. La percentuale sale a quasi la metà (49%) per le mamme, che esercitano ancora più pressione su se stesse. Non c’è da stupirsi, quindi, che i risultati abbiano mostrato che faticano a fermarsi e fare rifornimento correttamente. Sei mamme su 10 affermano di avere difficoltà a rallentare e godersi le festività natalizie.

Holiday Blues o sindrome del Grinch, ovvero lo stress natalizio

Ebbene, cerchiamo istintivamente pause o metodi di ricarica, è naturale che avvenga. Per esempio: fare una pausa e mangiare frutta fresca come i mirtilli, una buona fonte di fibre e un’ottima fonte di vitamina C, che agisce come antiossidante, fornisce una sferzata di energia che ti fa sentire riposato e rafforzato dal fatto che stai facendo qualcosa di sano per te stesso. I risultati dello studio hanno mostrato che la persona media prende cinque periodi di “tempo per sé” lontano dai festeggiamenti nel tentativo di ricaricarsi.

Il Natale è il periodo in cui si litiga di più in famiglia

Se non bastasse la ricerca americana più sopra citata, una survey italiana dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap), ha raccolto le opinioni degli italiani sul Natale, su un campione di 600 persone tra 18 e 80 anni: il 43% degli intervistati dichiara di percepire un aumento di stanchezza e stress con l’avvicinarsi della festività; stress che, sempre secondo lo stesso sondaggio, fa del Natale il periodo in cui si litiga di più in famiglia.

E i fastidiosi commenti sul peso?

Anche coloro che hanno un rapporto sano con il cibo incontreranno qualche commento legato al peso durante le festività natalizie. Ciò farà esaminare quello che mangiano con un occhio più critico e analitico del solito. E tutto ciò è inutile dirlo, non può che infastidire!

I commenti dei parenti e degli amici sul peso, il classico “dopo le vacanze, mi metto a dieta”, passando per la risoluzione di perdere peso e fare sport il prossimo anno, sono alcuni degli argomenti comuni durante il Natale, soprattutto per chi soffre di disturbi alimentari. Il risultato? La depressione.

Non solo, a seconda di come abbiamo imparato a relazionarci con il cibo, il nostro terrore è quello di trovare sulla tavola i cosiddetti. “cibi proibiti“. Questi sono alimenti che evitiamo di acquistare o avere nelle nostre case. Sono i cibi che la nostra mente ha classificato come negativi e che sono associati all’aumento di peso o alla paura di ingrassare. A Natale, questi fanno parte dei nostri pranzi e cene e si genera in molte persone, la sensazione di mancanza di controllo e paura di non mantenere il peso o guadagnarlo e, soprattutto, senso di colpa quando li si mangia.

Cosa può fare un commerciante?

Sono tanti i modi per venire incontro ad un tipo di festività più armonioso, con meno stress. Ricordiamoci che queste feste, a prescindere dalla fede di appartenenza, per chi vive in Italia, sono intimamente legate a una sensazione particolare di gioia e magia. Quella magia a cui credavamo da piccoli e che ci ha regalato emozioni vivissime, un immaginario fantastico, momenti indimenticabili. Quindi? Quindi tutte le azioni messe in campo da un punto vendita che ricalchi questa visione anziché gettarsi in una battaglia all’ultimo Euro, porta già con se un messaggio che verrà ben recepito dai nostri clienti. In poche parole, tutto nel negozio, dagli arredi alla cartellonistica deve portare a questo risultato: il piacere della meraviglia. Ripensiamoci e ripensiamo i nostri messaggi: lo “stress natalizio” fa davvero bene agli affari?

Quest’anno più che mai abbiamo tutti un gran bisogno di ritrovare calore, sorprese positive e gioia.

 

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