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Fabrizio Sansoni, uno chef a tutto gusto, frantoio e orti in affitto

Fabrizio Sansoni ho svolto tanti lavori, tra cui una lunga esperienza nei commercial video, inquieto viaggiatore e ricarcatore con tanti viaggi sul passaporto da ovest a est, con la cucina come costante della sua vita, una grande passione che alla fine è diventata anche una professione. Formatosi sul campo, dopo aver viaggiato da ovest a est scoprendo mondi, musica e culture, lavorando per diversi anni negli Stati Uniti, da New York a San Francisco sino a Milano. Nel 2014 ho seguito un corso di aggiornamento di cucina internazionale, a Le Cordon Bleu, Paris. Il 24 e 25 maggio 2015 a Stresa ho seguito i lavori di World Pastry Star. Ed ora spesso come chef da set, come amante di natura e frantoi pugliesi con l’innesto di questo progetto futurista: gli orti in affitto.

Uno chef a tutto gusto, frantoio e orti in affitto.

Olio di oliva da frantoio Zero Due, di Fabrizio SansoniEccolo alle prese tra fornelli e domande…

Ci puoi dire tre parole sulla tua storia personale?

“Sono nato curioso e un po’ vagabondo. L’interesse per i viaggi e le scoperte me l’ha inoculato mia madre, che ha offerto la grandissima opportunità di viaggiare fin da ragazzo, in un periodo in cui si andava poco dall’altra parte del mondo. Poi c’è la cucina, la cui passione mi hanno trasmesso le mie nonne, una sarda e l’atra partenopea. Il mix mi ha portato a imparare presto a cucinare. Mia madre era spesso in trasferta per lavoro e crescere con la nonna che cucina, ti segna. Poi è arrivata l’età delle scoperte e dei viaggi in solitaria e saper cucinare è tornato utile ed è diventato un lavoro, nel periodo in cui ho vissuto negli Stati Uniti. Ho lavorato molto anche in ambito pubblicitario – altro ambiente che mi è famigliare – e quando mi chiamano lo faccio ancora, con entusiasmo. Mi occupo dei piatti di scena. Ho appena girato dei film per MSC Crociere, lavoro molto impegnativo, ma super gratificante”.

Ci parli della produzione dell’ olio?

“Il sogno di ogni cuoco è utilizzare i prodotti di propria produzione. L’olio è stato il primo tassello di quello che, spero, possa diventare qualcosa più di un sogno o di un gioco amatoriale. Ho due ettari in alto Salento con ulivi secolari, che tratto solo con metodi naturali senza pesticidi e prodotti chimici. Il cultivar è piccolo, simile alle olive taggiasche. Produco circa 900 litri di olio, non filtrato, a bassa acidità (0,2), profumato e bilanciato, corposo, ma delicato. Perfetto a crudo, con sentori di camomilla, che cresce spontanea sul terreno. Il mio brand si chiama 02, come il prefisso di Milano e come la bassa acidità. Ho lavorato molto anche sul packaging e sull’etichetta, per crearmi anche un’immagine definita, che mi corrispondesse”.

A questo punto ci puoi illustrare il progetto “orto in affitto”?

“Questo è un sogno. Per ora sto cercando di espandere la mia produzione, realizzando un campo aperto di pomodori rossi e gialli, da salsa. L’idea è quella di produrre una mia linea di salse 02. Penso a una produzione di nicchia, sia nella qualità, che nei numeri. Questo primo orto potrebbe diventare una vetrina, una sorta di numero zero, per un progetto ben più grande, che sarebbe realizzare una starup con orti su misura per ristoranti, che si possono affittare. Ma per questo progetto avrò bisogno di finanziatori e collaboratori.Ci stiamo abituando a svolgere diverse mansioni contemporaneamente (multitask, ma non volevo usare questo termine) e sto’ seguendo con l’iniziativa dell’olio e dell’orto, oltre ad essere chef, questo è l’orientamento: mi viene spontaneo perché sono un “curioso irrequieto naturale”…. Sono un curioso e ogni minuti mi viene un’idea diversa, questa è la mia natura, ma la verità è che oggi è difficile poter fare solo una cosa. Dobbiamo ingegnarci per trovare diverse modalità di azione in un mondo che sta cambiando. La parte agronomica in questi anni mi sta molto interessando e anche la parte manageriale, dopo anni di cucina pura, mi sembrano la naturale evoluzione. Salvo che ogni tanto il richiamo della “foresta” si fa sentire e la voglia di spadellare si trattiene a stendo. Sarebbe bello potersi concentrare su un progetto per volta, ma temo sia una cosa fuori epoca“.  Non resta che essere un cuoco “aumentato”: a tutto gusto, frantoio e orti in affitto.
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