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Etichette alimentari: Nutri-Score o NutrInform?

In nome di un’informazione corretta rivolta ai consumatori si sta generando una lotta tra i sostenitori di diversi sistemi di etichettatura. L’Italia scende in campo.

Ma il Parmigiano Reggiano è veramente peggiore della Coca Cola Zero? Come rendere facilmente leggibili le etichette in modo che il consumatore comprenda facilmente il loro valore nutritivo? 

Il Nutri-Score, un logo che dichiara la qualità nutrizionale dei prodotti alimentari con punteggi da A a E, è stato adottato in Francia nel 2016. Nel 2018 Belgio e Spagna lo hanno fatto proprio, in Germania molte aziende lo adoperano. Il Nutri-Score è facoltativo in questi paesi, ma un numero crescente di aziende alimentari lo stampa sui propri prodotti. Molte associazioni di consumatori europei si sono schierate per la sua adozione.

 Non tutti, però, approvano un sistema giudicato poco attendibile. L’Italia, da sempre contraria, ha presentato una sua proposta: il NutrInform. In comune i due i sistemi hanno la motivazione della loro creazione: rendere facilmente leggibili le informazioni nutrizionali e l’impatto dei prodotti sulla dieta.

Il dibattito tra i due sistemi è destinato ad inasprirsi dal momento che la UE chiede un’etichettatura nutrizionale obbligatoria per tutta l’Europa entro il 2022. Non mancano forti polemiche da parte di consorzi e produttori, in particolare italiani e spagnoli. Alcuni chiedono che i loro prodotti siano salvaguardati da sistemi che giudicano penalizzanti e contrari alla dieta mediterranea.

Che cos’è il Nutri-Score?

Il Nutri-Score è un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari creato nel 2013 dall’EREN, un gruppo di ricerca di epidemiologia nutrizionale francese collegato all’Università della Sorbona di Parigi. Non indica le calorie, gli zuccheri e i grassi come accade in numerose etichette già obbligatorie, ma riassume il valore nutritivo degli alimenti con cinque indicatori a cui corrispondono cinque colori che richiamano le luci dei semafori e le prime cinque lettere dell’alfabeto. Le lettere e i colori dei semafori sono stati scelti perché giudicati più intuitivi rispetto alle grammature.

Ecco il sistema del Nutriscore:

  • verde scuro (per i più sani)
  • verde chiaro
  • giallo
  • arancione
  • rosso (i meno sani)

Che cos’è il NutrInform Battery?

etichette alimentari nutriscore o nutiform
Un esempio di etichetta NutrInform Battery

 Un’immagine a forma di batteria, sul modello di quella degli smartphone, indica la presenza di calorie, grassi, grassi saturi e sale per porzione. La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o di nutrienti contenuta in una singola porzione. Il sistema consente di costruire una dieta giornaliera equilibrata.

Etichette alimentari Nutri-Score o NutrInform?Meglio il semaforo o la batteria?

Il Nutriform ha le carte in regola per impedire ciò che è accaduto con il Nutri-Score, che ha bocciato l’olio extra vergine d’oliva e il prosciutto di Parma, promuovendo la Coca Cola Zero che ha addirittura conquistato il bollino verde! A essere bocciato dal Nutri-Score è anche un altro prodotto Made in Italy: il Parmigiano Reggiano, a cui è stato assegnato il colore arancione.

Facciamo un esempio di come cambiano i giudizi con il NutrInform. Scegliamo l’olio extra vergine d’oliva. Secondo il sistema italiano, ogni porzione di 10 g di olio extra vergine d’oliva fornisce 90 kc di energia (il 5% della dose giornaliera di riferimento) il 14% di grassi, l’8% di grassi saturi, 0 zuccheri e 0 sale. La “batteria” consente al consumatore di scegliere così in base alla sua dieta quanto olio poter consumare. 

Può un algoritmo decidere che cosa è sano?

Il Nutri-Score, che viene posto sulla parte anteriore della confezione, per il momento senza alcuna obbligatorietà, ha già suscitato aspre polemiche, perché l’algoritmo che calcola la valutazione del prodotto ha dato giudizi sfavorevoli ad alcune eccellenze gastronomiche che sono i pilastri della dieta mediterranea. Come funziona l’algoritmo? A seconda di alcune caratteristiche nutrizionali. Così, ad esempuio, un’ eccessiva presenza di sale riduce i punti, mentre la presenza di proteine e fibre ne aggiunge. 

E il NutrInform? Secondo il professor Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, docente presso il Campus Biomedico dell’Università di Roma e uno dei promotori del NutrInform, non ci sono dubbi. In un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo Lavanguardia ha dichiarato che il sistema italiano non si basa su un algoritmo, ma: “fornisce indicazioni completamente oggettive su calorie e nutrienti, consentendo ai consumatori di prendere decisioni consapevoli senza rischiare di essere ingannati“.

Il Nutri -Score, governato da un algoritmo, adotta griglie arbitrarie, trascurando la complessità dei nutrienti, senza  prendere in considerazione tutti i principi nutritivi necessari alla conservazione dello stato di salute degli individui.

La grande differenza tra Nutriscore e NutrInform…noi ci schieriamo!

  • NutrInform informa i consumatori sull’impatto di ogni porzione di cibo sulla dieta quotidiana dei consumatori, indicando le calorie, il sale, gli zuccheri e i grassi presentati sia numericamente che in termini percentuali, mostrando le quantità massime suggerite per una dieta sana ed equilibrata.
  • Nutri-Score dà un giudizio sintetico sul singolo alimento, senza tenere conto né della porzione consumata né della sua frequenza di consumo, non consentendo di valutare quale sia il vero impatto di ogni alimento sulla dieta quotidiana.

É giusto penalizzare un singolo ingrediente, non è più corretto considerare le quantità inserite in un regime alimentare?

I dubbi su Nutriscore: le pressioni delle grandi industrie

Il Nutriscore è stato creato con il coinvolgimento di grandi aziende dell’industria alimentare, che ovviamente lo approvano, mentre il sistema italiano è stato sviluppato da tre ministeri (Salute, Agricoltura e Sviluppo Economico), con la collaborazione scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e Nutrizione, e d’intesa con le associazioni dei consumatori e tutti i rappresentanti della filiera agroalimentare: agricoltori, industria, distribuzione. Leggermente più democratico?

Il sistema italiano prende in considerazione la tipicità, la tradizione alimentare dei singoli paesi, l’artigianalità e la difesa della dieta mediterranea. Inoltre rispetta maggiormente il consumatore a cui si danno gli strumenti per una scelta consapevole.

L’importanza della quantità e della frequenza di consumo

É sbagliato discriminare i singoli ingredienti, è più giusto parlare di quantità e di come associare gli alimenti. É più corretto informare in modo trasparente il consumatore sui contenuti nutrizionali di un alimento.

La salubrità o meno di un alimento è determinato dalle quantità, dall’utilizzo, dalla frequenza di consumo, dalle modalità di cottura. La dimostrazione dell’arbitrarietà del Nutri-Score è data dal giudizio espresso sulle patatine fritte congelate considerate sane. Il motivo? Non si prende in considerazione la frittura!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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