Sushi, sushimi, carpaccio, tartare, ma anche ceviche, o gravad lax. Il pesce crudo è sempre più apprezzato come dimostra il successo dei ristoranti che lo inseriscono nei loro menu. Se fino a qualche anno fa era la proposta più conosciuta e apprezzata dell’arte culinaria giapponese, oggi è un piatto capace di fare riscoprire la tradizione gastronomica di tutte le cucine costiere- marittime. Alle ricette tradizionali a base di piatti marinati (acciughe, ostriche, cozze..), si aggiungono proposte più moderne come carpacci o tartare di tonno, salmone, pesce spada, ricciola, dentice, orata, seppie, aragosta e gamberi. Una domanda sorge spontanea: possiamo prepararlo anche a casa, magari inserendolo in una dieta equilibrata e completa? Sì, a patto di prestare molta attenzione alla scelta e alla preparazione del pesce. Lo possiamo mangiare due volte alla settimana e, se si praticano attività sportive, si può aumentarne la presenza nella dieta. Le proprietà nutritive del pesce sono ormai note a tutti. Apporta proteine nobili, vitamine, acidi grassi omega 3, ferro, sali minerali (potassio, calcio e iodio) e lipidi ricchi di lecitine e acidi grassi polinsaturi. Non solo: è facilmente digeribile per la scarsa presenza di tessuti connettivi. Ma perché scegliere di mangiarlo crudo? Il pesce crudo ha un vantaggio rispetto alla proposta cotta: mantiene inalterati i valori estremamente termolabili degli acidi grassi Omega 3, oltre a preservare tutti i valori nutrizionali. I benefici sono tanti, ma ci sono anche dei rischi. Sicuramente il pericolo più temuto del pesce crudo è l’anisakis, causa di gravi problemi intestinali. Ma conoscerlo, significa sconfiggerlo.
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