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Spesa sospesa: la solidarietà ai tempi del Coronavirus. #famedivero!

#famedivero, una opportunità per sopravvivere a una interminabile quarantena

Se esiste una parola che stiamo riscoprendo per colpa del Coronavirus è SOLIDARIETA’. Ne esistono tante, tutte valide per sopravvivere a una quarantena che sembra eterna.

C’è chi combatte in prima fila negli ospedali, c’è chi continua a lavorare per fare sì che tutti abbiano approvvigionamenti alimentari e sanitari, c’è chi spende ore della sua giornata aiutando i più deboli. C’è anche chi costruisce scenari possibili per costruire un futuro incerto, ma pur sempre un futuro. L’emergenza non può e non deve essere infinita. Occorre non farsi soffocare dalla paura. Reagiamo e aiutiamo tutti a farlo!

Voce del verbo aiutare: la spesa sospesa

Nasce a Napoli, ma l’iniziativa di solidarietà rivolta a chi ha bisogno di aiuto si è diffusa in tutta Italia. Seguendo la filosofia del caffè sospeso, si tratta di acquistare generi alimentari in più e metterli a disposizione di chi oggi vive in una condizione resa più difficile dalla pandemia.

Tutto nasce a Porta Capuana, nel cuore di Napoli. In modo semplice. Sacchetti verdi chiusi con un fiocco vengono lasciati in cassette di plastica in prossimità degli usci di casa in modo da permettere a chi ha bisogno di poterli prendere.

A chi è venuta l’idea? Ad un gruppo di volontari. L’iniziativa è stata fatta propria da diverse cittadine in Toscana, Campania, Liguria, Puglia e Sicilia. A Milano, nei pressi di Porta Venezia, alcuni cittadini hanno fatto la medesima cosa. Su Instagram, l’hashtag #Sospesa ha fatto da cassa di risonanza all’iniziativa.

Pane per tutti

Non solo spesa sospesa ma anche, sempre a Napoli, un’iniziativa per distribuire pane a chi è in difficoltà. É ciò che stanno facendo sei ragazzi napoletani. Lo sfornano e lo consegnano.

Chi sono i sei benefattori? Un viaggiatore professionista, uno chef, tre pizzaioli e un artista: Luca Napoleone, Ugo Patierno, Nando Simeoli, Pasquale Luongo, Antonio Vollero e Luigi Gallo.

Antimo Caputo, titolare del Mulino Caputo di Napoli, mette a disposizione la farina e gli ingredienti, Giovanni Schioppo, di Imbal Service, ciò che serve all’imballaggio, al resto provvede il gruppo di volontari.

La rete per promuovere la distribuzione di pasti a domicilio

L’iniziativa #ristoriAMOci a casa messa in campo da Menù, storico marchio di Medolla, ha come obiettivo quello di aiutare concretamente coloro che non sono in grado di fare la spesa o di prepararsi un pasto in queste settimane di quarantena forzata.

L’operazione è resa possibile grazie alle numerose piccole e medie imprese della ristorazione (ristoranti, pizzerie, macellerie, gastronomie) che riescono a garantire un servizio di food delivery in tutta la penisola, dai grandi centri urbani ai piccoli paesi di provincia, portando un pasto direttamente nelle case degli italiani.

A fianco dei grandi nomi della ristorazione ci sono migliaia di piccole e medie realtà che ce la stanno mettendo tutta per affrontare questa situazione, cercando di diversificare nella consegna a domicilio” ci dice Rodolfo Barbieri, Presidente di Menù. “Ma l’aspetto ancora più importante è l’aiuto che insieme possiamo dare agli italiani, soprattutto alla popolazione più anziana e in difficoltà, mettendo a loro disposizione specialità alimentari e piatti buoni preparati dai tanti ristoratori, chef e gastronomi che stanno faticosamente continuando a lavorare con un servizio di consegna a domicilio. Spesso il cibo rappresenta una coccola, e mai come in questo momento si sente l’esigenza di confortarsi con qualche prelibatezza preparata da quelli che possiamo definire gli artigiani del gusto, ovvero i tanti bravi professionisti presenti in tutta la Penisola. Come azienda alimentare sentiamo il dovere di rimanere al loro fianco, supportandoli con diverse iniziative e agevolazioni, facendo da eco al loro servizio tramite una campagna di comunicazione su Facebook”.

Ristoranti, pizzerie, gastronomie e macellerie che hanno aderito al progetto #ristoriAMOci a casa sono numerosi e presenti su tutto il territorio italiano. Per conoscere i nomi degli esercizi e l’area in cui operano è già attiva una campagna Facebook geolocalizzata sulla pagina dedicata, mentre è possibile consultare l’elenco completo sul sito www.menu.it/it/ristoriamoci-a-casa. L’azienda è inoltre a disposizione per contattare altre realtà che decidano di aderire all’iniziativa.

L’altra faccia della medaglia

Come sempre c’è chi si mette a disposizione di chi è in seria difficoltà, ma – ahimè – c’è chi cerca di lucrare sul dolore altrui. Si segnalano alla cronaca alcuni studi legali senza scrupoli, che invitano a intentare cause a medici e infermieri.

Lo testimoniano campagne pubblicitarie fatte da alcuni – sottolineiamo solo alcuni – studi legali. Tutto questo ha fatto infuriare diversi avvocati che non vogliono essere accusati di sciacallaggio tanto che molti Ordini  degli avvocati hanno deciso di scendere in campo per vigilare e denunciare un comportamento criminale.

#famedivero perchè parlare di cibo, non è solo mangiare, è tanto altro: cultura, solidarietà, stare insieme, anche nei momenti difficili.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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