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Qual è la città più vivibile al mondo? Ce lo dice l’Economist

A Vienna le strade sono lastricate con la cultura. Nelle altre città le strade sono lastricate con l’asfalto. Così scriveva Karl Kraus. La prestigiosa rivista inglese Economist, nella sua classifica sulle città più vivibili al mondo, è così d’accordo da sceglierla come prima classificata. Ed è il secondo anno di fila!

Qual è la città più vivibile al mondo? Vienna e le altre città segnalate dall’Economist

Vienna l’ha spuntata su 140 contendenti. Ha sbaragliato gli avversari superando la prova imposta da un sistema che calcola la qualità della vita, basandosi su una trentina di fattori riassumibili in cinque categorie di appartenenza: Stabilità, Salute, Cultura e ambiente, Istruzione, Infrastrutture.

La città della principessa Sissi, della Sachertorte e della musica aveva già spodestato nel 2018 Melbourne, che guadagna il secondo posto. Melbourne, prima del 2018, era stata la regina incontrastata della classifica per ben 7 anni di fila! Il terzo posto lo conquista Sidney. Dal quinto posto si aggiudica la medaglia di bronzo grazie alle politiche fatte per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e per migliorare la propria offerta culturale.

Osaka scivola dal terzo posto al quarto. Segue la canadese Calgary, la canadese Vancouver, la canadese città multiculturale Toronto, la giapponese Tokyo grazie agli investimenti fatti per le Olimpiadi estive del 2020, la danese Copenhagen e l’australiana Adelaide.

Il tris lo fanno Canada e Australia. L’Europa si aggiudica una sola città grazie all’attenzione rivolta da Copenhagen all’ambiente e alla sostenibilità. L’Italia non piazza nessuna città in questa prestigiosa classifica. La cosa dovrebbe farci riflettere.

Un consiglio? Se decidete di trasferirvi in una di queste città…preparate il cappotto!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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