in

Memo sui rifiuti in spiaggia: in Italia sono in media 670 ogni 100 metri

Rifiuti in spiaggia: cosa emerge dall’indagine Beach Litter 2017 di Legambiente condotta in 62 punti del litorale e assolutamente ignorata dalle principali fonti mediatiche? Risultano 670 rifiuti ogni 100 metri lineari di costa. Questo incredibile numero è da addebitarsi quasi al 60% ad un’origine domestica. I risultati sono, non conta neppure sottolinearli tanto li vediamo ogni giorno davanti ai nostri occhi: bellezze naturali deturpate, costi necessari per le bonifiche saliti alle stelle, prodotti ittici talvolta avvelenati, pericoli per chi frequenta i litorali.

Spiagge italiane, la classifica della vergogna

Spiagge italiane con una media di 670 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia: e questa cifra non contempla tutto ciò che si trova in mezzo al mare. Il nostro mare magnum, straordinario patrimonio ambientale, culturale e storico nazionale, è sotto feroce attacco: parliamo in generale di marine litter (rifiuti in mare e sulle spiagge), della pesca illegale, dagli scarichi illeciti e della mala-depurazione. Soffermandoci solo sui rifiuti sulle spiagge le cifre sono da shock . Ecco la classifica della vergogna: al primo posto dei rifiuti c’è la plastica, seguono vetro e ceramica, metallo, carta e cartone. Questo è l’elenco di rifiuti che ogni anno si trovano sulle nostre spiagge, rifiuti di ogni forma, genere, dimensione e colore. Tutto questo, ripetiamo senza parlare dei rifiuti che si trovano in mezzo al mare come le microplastiche o quelli che si depositano sul fondale che stanno intaccando la catena alimentare: se pensiamo ai pesci, per esempio, una ricerca dell’Università di Siena, Plastic Blusters, ci dice che esaminando i resti di tonni e pesci spada, gli studiosi toscani hanno rintracciato grandi quantità di residui di dentifrici, di tubetti di crema, di spazzolini. I pesci scambiano i pezzetti di plastica per plancton e si avvelenano.

É ora di cambiare rapidamente i nostri stili di vita!

Per terminare questa nostra riflessione di massima attualità vista la vera e propria corsa al mare per sfuggire al torrido ‘Caronte’…. ci dobbiamo porre una domanda fondamentale e per prima cosa dare una risposta a noi stessi, alla nostra coscienza civile: possiamo continuare così? Sapete quali sono i tempi di decomposizione della plastica in mare? Due sole cifre tra le tante: per un pannolino usa e getta servono 200 anni, mentre per la totale eliminazione di posate di plastica o accendini deve trascorrere un secolo. Un ultimo dato: quest’anno abbiamo consumato quello che potevamo già in data 2 agosto, cioè il cosiddetto Earth Overshoot Day, il giorno in cui la popolazione mondiale ha divorato tutte le risorse terrestri disponibili per il 2017, quest’anno prima dello scorso anno. Il messaggio è forte e chiaro: cambiare rapidamente i nostri stili di vita!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

One Comment

  1. Altra grande piaga delle coste italiane: l’abusivismo. Su questo tema vince la realpolitik, che impedisce la soluzione del problema una volta per tutte. Per la politica, per tutti senza alcuna esclusione, conta vincere, raccogliere il facile consenso. E allora accettiamo, come si è sempre fatto, l’uso privato del bene comune. Quello che sta succedendo in questi giorni (in prossimità delle elezioni regionali) purtroppo insegna!

50 sfumature di dolce: le zepole vegane

50 sfumature di dolce: le zeppole vegane

Week end a Dplceacqua? Dormite presso il B&B Le Gemme

Week end a Dolceacqua? Dormite presso il B&B Le Gemme