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Contro il cibo che inquina: #nonsprecoproteggo

Non solo cannucce. Aumentano le polemiche e le misure prese in nome della salvaguardia del Pianeta. Anche l’industria del food inizia a comprendere l’importanza della battaglia contro il cibo che inquina. Spesso in nome dell’igiene si sono combattute crociate che si sono rivelate fallimentari dal punto di vista della sostenibilità del Pianeta. Chi non ricorda le vituperate zuccheriere sui banconi dei bar? Contro di loro fu ingaggiata una guerra all’ultimo …cristallo di zucchero! L’Unione Europea le decretò fuorilegge e furono sostituite con le igieniche bustine monodose e monouso. Al di là dello spreco (non tutti usano l’intero contenuto di una bustina), non si tenne conto del problema rifiuti.

Viviamo nella società dei consumi, dell’usa e getta, spesso senza curarci del destino del Pianeta in cui viviamo. Tranne quando siamo costretti a tirare fuori i fazzoletti (naturalmente di carta!) per piangere le vittime di disastri che non abbiamo né saputo né voluto evitare. In nome della comodità, ahimè della confezione trendy, distruggiamo l’ambiente. Dobbiamo cominciare a combattere anche contro il cibo che inquina.

Non è solo la bustina dello zucchero, sono le confezioni monouso della maionese, del ketchup, dei condimenti (dal sale al pepe fino all’olio), del miele. Tutta plastica che finisce nei mari, che soffoca tartarughe o uccide pesci. Ci abbiamo mai pensato?

Contro il cibo che inquina: #nonsprecoproteggo

Contro il cibo che inquina

La campagna d’informazione per fortuna comincia a dare i suoi frutti e così anche le grandi aziende del settore alimentare iniziano a interrogarsi sul futuro di molte confezioni. A dire il vero su sollecitazione anche dei Governi di diversi stati europei. In Francia, ad esempio,  è stato proibito, tra mille polemiche, l’utilizzo delle posate, dei piatti e dei bicchieri di plastica. Una grande rivoluzione: pensate alla pausa caffé negli uffici!!! I produttori di plastica avranno tempo fino al 2020 per sostituirli con prodotti fatti di materiale biologico, dunque compostabili. La motivazione? Dichiarare guerra ai 122 milioni sacchetti di plastica che ogni anno arrivano sulle coste francesi. I cugini d’oltralpe hanno già emanato una legge per mettere al bando le bustine che non possono più essere utilizzate. E le aziende? Al di là dei dubbi che si tratti di washgreen, alcuni colossi della distribuzione alimentare come McDonald’s e Starbucks hanno dichiarato la volontà di utilizzare materiali compostabili. Kraft Heinz ha dichiarato di volere rivedere i packaging entro il 2025 in nome della sostenibilità.

Si tratta di mettere in pratica una piccola rivoluzione riguardante il packaging, una rivoluzione che per avere successo deve essere prima di tutto culturale. Famelici a giugno aveva partecipato e sostenuto un incontro organizzato durante la Milano Food Week: #nonsprecoproteggo. Ci auguriamo che finalmente si mettano in campo studi seri capaci di suggerire strategie politiche ed economiche capaci di fare fronte alla mancanza di rispetto per il Pianeta che abitiamo  anche contro il cibo che inquina. Intanto noi interroghiamoci sui nostri comportamenti…nessuno può rinunciare a contribuire a fare avanzare il dibattito su come vivere in armonia con la Natura.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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