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Il mondo del vino: Podere Fedespina

Famelici continua il suo viaggio nel mondo del vino, dopo avervi presentato la cantina Monte Zovo, è la volta di Podere Fedespina. Antonio Farina, titolare dell’azienda, dopo averci raccontato come hanno superato l’emergenza, ci illustrerà come affronterà il futuro, suggerendoci una bottiglia per brindare alla sconfitta del Covid 19.

Antonio Farina, titolare di Podere Fedespina, Arpiola-Pianturcano (Massa-Carrara)

il mondo del vino, il futuro post Coronavirus

“Il podere Fedespina è una piccola azienda che produce vini naturali di nicchia e di qualità. Il Coronavirus, come è noto, non ha fatto sconti a nessuno, né a piccole né a grandi aziende vinicole. É apparso nel momento in cui nel nostro settore si era in pieno fermento: la ripresa vegetativa, gli interventi in vigna per pianificare la produzione dell’anno in corso.

Il mercato di riferimento Horeca è stato chiuso proprio nell’anno della svolta e della crescita della nostra azienda. Avevamo aumento la superficie vitata a circa 3 ettari, di cui una parte con nuovo vigneto destinato al Pinot nero, a seguito degli andamenti positivi registrati negli anni precedenti.

La pandemia è stata un vero shock. Dopo un primo momento di sbandamento, ci siamo ricordati che in agricoltura non ti è permesso di fermarti mai, occorre saper fronteggiare ogni imprevisto. Così abbiamo cercato nuove opportunità di mercato che sostituissero il mercato Horeca.

Le nostre azioni – continua Antonio Farina -si sono concentrate sulla vendita online, in precedenza assai trascurata e sull’utilizzo massiccio dei social per la promozione dell’azienda con offerte interessanti. I risultati sono stati positivi e ci hanno dato la forza per proseguire in attesa che tutto finisca.

Il futuro ripagherà le nostre fatiche, ce la faremo. Il Coronavirus ci stimola a esplorare nuovi mercati che, dopo il Covid 19, diventeranno sempre più importanti. Questo ci fa ben sperare e ci sprona a proseguire nella nostra politica che mira alla qualità, non quella assoluta, ma quella che identifica il territorio dove noi viviamo e produciamo i nostri vini”.

Sostenibile e green: Fedespina IGT Toscana rosso

La storia della cantina affonda le sue radici in una storia familiare tramandata nei secoli con le prime vinificazioni di un antenato della famiglia Fedespina. Intorno al XV secolo il signor Rossi, amministratore dei beni del Marchesato, sventò una congiura di palazzo a danno dei Malaspina. La coraggiosa azione comportò, in segno di riconoscenza, il cambiamento del cognome in Fedespina, per ricordare la fedeltà ai marchesi.

La cantina ha dimostrato, nel corso degli anni, che l’alta Lunigiana, terra ricca e generosa sul piano della natura e dei prodotti tipici, ha le credenziali per produrre vini di qualità e di prestigio, nella migliore tradizione dei rossi toscani, salvaguardando la specificità territoriale, senza omologazioni con i vini prodotti in altre regioni.

il mondo del vino, il futuro post Coronavirus

Il Fedespina IGT Toscana rosso, di colore rosso rubino è dotato di finissimi profumi di piccoli frutti rossi, cuoio, pepe e sentori minerali. Al palato risulta elegante e profondo grazie a tannini stratificati e setosi. La freschezza è sempre presente sino al lunghissimo finale minerale. Ha uno spiccato ventaglio speziato con un alto potenziale d’eleganza nella sua espressività.

 

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2 Comments

  1. La tenacia con cui le viti prendono quanto di buono il terreno offre per trasformarsi in buon vino, è un buon esempio di come noi dobbiamo trasformare il nostro essere protagonisti del cambiamento…. la bellezza salverà il mondo

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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