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Ditelo a tutti: Palermo capitale italiana della cultura 2018

Difficile dare una notizia che emoziona: Palermo sarà nel 2018 la capitale italiana della cultura. Palermo è stata la capitale di antichi regni, la città dai mille volti: europea e mediterranea, araba e normanna, simbolo dell’unità d’Italia. E che dire della cucina? Cannoli, arancini, pane con la milza e tante altre sorprese! Certo non possiamo dimenticare l’altra faccia della medaglia descritta con estrema lucidità da Giuseppe Fava. “Palermo è sontuosa e oscena. Palermo è come Nuova Delhi, con le regge favolose dei maharajà e i corpi agonizzanti dei paria ai margini dei viali. Palermo è come Il Cairo, con la selva dei grattacieli e giardini in mezzo ai quali si insinuano putridi geroglifici di baracche. Palermo è come tutte le capitali di quei popoli che non riuscirono mai ad essere nazioni. A Palermo la corruzione è fisica, tangibile ed estetica: una bellissima donna, sfatta, gonfia di umori guasti, le unghie nere, e però egualmente, arcanamente bella. Palermo è la storia della Sicilia, tutte le viltà e tutti gli eroismi, le disperazioni, i furori, le sconfitte, le ribellioni. Palermo è la Spagna, i Mori, gli Svevi, gli Arabi, i Normanni, gli Angioini, non c’è altro luogo che sia Sicilia come Palermo, eppure Palermo non è amata dai siciliani. Gli occidentali dell’isola si assoggettano perché non possono altrimenti, si riconoscono sudditi ma non vorrebbero mai esserne cittadini. Gli orientali invece dicono addirittura di essere di un’altra razza: quelli sicani e noi invece siculi. (da I Siciliani, giugno 1983)”. Ma noi crediamo che essere stata designata capitale italiana della cultura 2018 offra a Palermo la possibilità di vivere una nuova primavera.

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

Letteratura, arte, teatro, moda. Sono moltissimi e i più variegati gli ambiti in cui il futurismo ha avuto da dire la sua. Nato nel 1909 e conclusosi nel 1944, questo movimento eccentrico e italianissimo, tra le sue eredità, ha partorito anche una sua idea ambiziosa e decisamente creativa di gastronomia: la cucina futurista.

Agile, dinamica, aerea. La cucina futurista sfida il palato!

Mangia meno, mangia meglio: sembra uno slogan. In realtà è la filosofia di Marion Nestle, la più famosa nutrizionista Usa e la più accanita nemica del junk food. Marion Nestle da anni combatte una dura guerra

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