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Le cantine di Castello di Castelfalfi celebrano l’arte con un’esposizione

Dal primo giugno 2019 al 20 gennaio 2020 le Cantine del Castello di Castelfalfi ospitano l’ esposizione d’arte GEAdello scultore Franco Mauro Franchi. Un inno alla vita e alla rinascita attraverso le forme femminili.

Le strade del Borgo, le terrazze del Castello, il Parco Mediceo, il giardino dell’Hotel Il Castelfalfi e soprattutto le Cantine del Castello, riaperte al pubblico dopo decenni di chiusura e abbandono e tornate all’antico splendore, tornano a far parlare di sé. Una mostra che merita di essere visitata con attenzione. Paesaggio, arte e agricoltura si fondono per dare vita a una nuova immagine di campagna.

Toscana Resort Castelfalfi, un castello ricco di storia, tra green e artepreserva l’importante eredità di questa terra preziosa, crocevia di culture antiche, attraverso un magnifico viaggio nel tempo con l’esposizione artistica GEA, progettata dall’estro creativo di Alberto Bartalini e curata da Filippo Lotti, immersa in un’atmosfera onirica, verso dimensioni primigenie, arcaiche e mitiche delle sculture di Franco Mauro Franchi. Un appassionato omaggio alla vita.

Le cantine di Castello di Castelfalfi: chi è Mauro Franchi

Classe 1951, Mauro Franchi lavora sia la pietra che il bronzo esprimendo un senso della forma ampia e solare che aspira a rappresentare nell’immagine predominante della donna, la forza vitale che pervade l’universo. Maestose statue matriarcali sono madri della terra e della Natura, vera forza dell’universo.

Gea è, nella religione e nella mitologia greca, la dea primordiale, la potenza divina della Madre Terra all’origine del mondo, simbolo della natura e dell’elemento femminile, portatrice di vita. Nell’opera scultorea e pittorica di Franchi GEA non è bellezza o perfezione estetica: l’universo interessato è piuttostoquello del mito, del simbolo, come veicolo di emozioni, portatore del tempo e della storia. Nelle loro grandi proporzioni, nelle loro intrecciate posture, nelle loro misteriose e avvolgenti deformazioni anatomiche, queste opere celebrano la rigenerazione e la vita: come quella che oggi torna a Castelfalfi, che abbandonata per decenni ha rischiato di rimanere lontana dalla vista e dalla memoria.

Passato e futuro, in questo viaggio scultoreo vivono in stretta simbiosi: la tecnologia si sposa brillantemente con la tradizione, poiché accanto alle sculture ed alle pitture di Franchi si possono ammirare tre intensi affreschi digitali tratti dai disegni preparatori.

A completare l’esposizione anche TIME, un’installazione multimediale di Irene Franchi, che attraverso un’affascinante opera audiovisiva celebra l’inesorabile scorrere del tempo e il cambiamento inarrestabile della forma.

Franchi ha scelto la figura come tema della ricerca, un’architettura umana nella quale leggere le forze nascoste della vita, i ritmi segreti del tempo, la dimensione inafferrabile dei sentimenti. Fa rivivere un senso affascinato dello spazio, potersi riconoscere in una forma conclusa, nella concrezione plastica del volume, nel gioco serrato dei pieni e dei vuoti. Siamo di fronte ad un artista che, pur maneggiando un repertorio formale di decisa attualità, non ha per nulla – e mai – rinunciato a volere ben umana la sua scultura, ad impegnarsi perché le sue opere riescano davvero, e vivamente, a comunicare emozioni legate non solo all’occhio ma che vanno dritte al cuore dell’uomosottolinea Filippo Lotticuratore della mostra.

Oltre agli spazi dell’hotel Il Castelfalfi e del Borgo, GEA invade anche un altro, suggestivo luogo nascosto per decenni, che oggi è pronto a rivelarsi, le Cantine del Castello. Teatro di storia, le loro mura secolari negli ultimi cento anni hanno ospitato prigioni, cantine di pregiato vino toscano, e addirittura alcune scene del film Pinocchio di Roberto Benigni, di cui ancora si può ammirare parte della scenografia. 

Chapeau! 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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