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Sei vegano? Ecco le tendenze 2021 e perchè sta dilagando in USA tra i neri

Nel 2021 i vegani e i vegetariani diventeranno un picco esercito e potranno scegliere tra una scelta di prodotti sempre più ampia e gustosa. Si parlerà poi sempre più di flexetariani. Così secondo  “Comer”, il periodico del quotidiano “La Vanguardia”, in Spagna per il 2021 si affermeranno 8 cibi di tendenza. Tra questi ci sono 4 cibi adatti ad una dieta vegana o vegetariana, in cui spicca la carne sintetica. Una ricerca condotta da Deliveroo ci rivela che il consumo di surrogati della carne, come i beyond burger, ha incontrato nel 2020 il gusto del 22,5% degli intervistati. E rimarrà tra le tendenze del 2021 per il 45% degli italiani coinvolti nel sondaggio. Ma vediamo quali sono i 4 prodotti indicati dal periodico spagnolo:

  • Zenzero
  • Carne vegetale
  • Jackfruit
  • Bowls

Se analizziamo i dati ci accorgiamo che molte persone sembrano decise a rinunciare o a ridurre fortemente il consumo di carne, che prevalentemente arriva da allevamenti intensivi.

Un’accusa che spesso è rivolta al veganesimo è l’eccessivo costo e il fatto che non sempre è amica dell’ambiente, come dimostra l’affaire avocado. In effetti seguire una dieta vegana può essere costoso, ma ora anche i supermercati propongono prodotti di origine non animale ad un prezzo popolare. Un avvertimento: se scegliete di iniziare dal tofu, non mangiarlo così come è, ma cuocilo con olio, salsa di soia e limone in padella per 5 minuti. Ti rimandiamo ad un post pubblicato qualche tempo fa per avere utili suggerimenti: clicca qui.

Se alla carne o ai salumi non sapete rinunciare, ricordatevi di seguire le indicazioni dell’OMS che raccomanda di inserire nella propria dieta frutta, verdura, cereali e legumi. Se, invece, seguite una dieta vegana, ricordatevi di sopperire alla carenza della vitamina B12.

La cultura nera e il veganesimo

Il cibo per la cultura nera è un modo per conservare le proprie radici. Talvolta il veganesimo è stato accusato di recidere queste radici. In realtà mangiare a base vegetale ha una lunga e radicata storia nella cultura black american, custodita da istituzioni e individui che hanno capito il potere del cibo nella lotta contro l’oppressione.

Negli Usa si stima che i vegani e i vegetariani di colore siano più di un milione. La riflessione sul veganesimo e il suo rapporto con la cultura nera è diventato popolare con Oprah Winfrey. Tutto ha inizio in una puntata del 2015 di SuperSoul Sunday , quando la giornalista ha discusso lungamente di cibo con Michael Pollan. Per un’ora, Winfrey e Pollan hanno parlato di come “mangiare consapevolmente può fare bene alle  nostre anime“. Il nostro modo di alimentarci parla di noi.

Del tema cultura nera e veganesimo si era cominciato a parlare, prima di Oprah, su tanti media popolari già nel 2013 quando Beyoncé e il marito ay-Z avevano presentato la loro dieta vegana di 22 giorni. Se ne è tornato a parlare nel 2014 grazie alla pubblicazione di un libro di cucina dello chef  del Museum of the African Diaspora di San Francisco Bryant Terry: Afro-Vegan. Lo chef dava valore storico ed identitario ad una dieta a base vegetale, combinando classici piatti del sud, dei Caraibi e dell’Africa in una cucina vegana tipicamente nera.

Oggi esistono, oltre a personaggi famosi, blogger ed attivisti neri che sostengono la cultura vegana, rivendicandone un’anima nera. Non solo, è un atto politico, dal momento che rifiuta quel sistema economico dominante che non consente ai neri di sentirsi parte della cultura americana dominante e che li danneggia nel mantenimento di uno stato di salute e di benessere. La comunità nera, che dispone di meno soldi per mangiare sano, è affetta da numerose malattie che dipendono anche dalla cattiva qualità del cibo: cancro, obesità, ipertensione, diabete e malattie cardiache. Il cibo è politica e questo lo è ancor di più per i neri d’America.

Identità nera e cibo

La mancanza di accesso al cibo sano è un problema che colpisce in modo sproporzionato le comunità nere e latine. La consapevolezza politica passa anche attraverso il cibo. Gli schiavi nelle piantagioni vennero privati della loro dieta. Molti schiavisti, per risparmiare, li nutrivano con farina di mais e del maiale salato. I neri si adattarono alla nuova alimentazione, ma conservarono il ricordo della loro dieta vegetariana d’origine. Quei pochi neri che ne ebbero la possibilità coltivavano piccoli orti, creando “orti e paesaggi di resistenza”. Successivamente l’industria alimentare continuò la distruzione della cultura vegetariana nera. Negli anni 50 in USA consumare carne e latticini divenne uno status symbol: accedervi significava non essere povero. L’alimentazione a base vegetale sopravvisse nella cultura nera in parte attraverso i gruppi religiosi che non miravano all’integrazione sociale. Il cibo diventava un’arma per salvaguardare la propria identità. Di tutti i gruppi religiosi, la Nazione dell’Islam era considerata la più radicale nella promozione del vegetarianismo. Considerava la soul kitchen nera un’invenzione creata per opprimere la popolazione di colore. Sebbene i Black Panthers non promuovessero ufficialmente il vegetarianismo, vedevano l’alimentazione come un modo per correggere alcuni dei mali che affliggevano la comunità nera. Nel libro di Huey P. Newton Revolutionary Suicide, il co-fondatore del Black Panther Party spiega perché il partito ha chiamato i poliziotti maiali. “‘Pig’ era perfetto per diversi motivi”, scrisse Newton, che definì l’animale “brutto e offensivo“. Il maiale nella cultura nera era sinonimo di sudicio. Negli anni ’80 e ’90, il vegetarianismo e il veganismo erano stati abbracciati da molti attivisti e celebrità della vita nera, la più famosa delle quali è  Prince, che ha rivelato di essere diventato vegano nel 1997.  In un’intervista al Vegetarian Times, ha riflettuto su come l’alimentazione vegetale avesse mantenuto le sue radici spirituali all’interno della cultura nera e continuasse a funzionare per alcuni come un modo per liberare se stessi e il mondo dall’ingiustizia, dall’oppressione e dalla sofferenza. Oggi sono stati aperti in USA numerosi ristoranti vegetariani e vegani da ristoratori neri in nome del recupero di una cultura gastronomica nera. Che sia un modo per riscrivere la propria storia in USA?

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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