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Redzepi e il Wine Bar del Noma in nome del pop

Come si comporta la cucina gourmet ai tempi del Coronavirus? Il Noma, il ristorante dello chef danese Renè Redzepi, ha deciso per il momento di non riaprire, forse anche in considerazione del fatto che la sua clientela è composta soprattutto da turisti stranieri.

Ha però sorpreso tutti decidendo di inaugurare, per il periodo estivo, un Wine Bar, senza necessità di prenotazione, scegliendo la strada della proposta pop: snack e cheeseburger. Non manca il tocco distintivo: ingredienti di qualità, come la carne proveniente da allevamenti etici, o chicche gastronomiche come i sottaceti preparati in cucina, i capperi di aglio orsino, i fiori di porro sotto sale e il formaggio biologico. Senza dimenticare l’aggiunta gourmet del garum di manzo, che regala un gusto forte e umami. Il costo? 125  corone danesi, circa 15,50 euro.

Redzepi e il Wine Bar del Noma

L’eclettico chef Renè Redzepi, per ben quattro anni vincitore della World’s 50 Best Restaurants, cambia la sua cucina e fa una svolta impensabile fino a qualche tempo fa. Sceglie di proporre panini, abbandonando momentaneamente la cucina gourmet per imboccare la strada dello street food di qualità.

Dopo il lockdown, imposto dal Coronavirus, Renè Redzepi si è chiesto come tutti i ristoratori in che modo reagire ad una pandemia che rischiava di mettere ko la ristorazione.

La scelta di lanciarsi in una cucina popolare ha suscitato diverse domande. Lo chef danese ha spiegato che la decisione è stata determinata dalla volontà di permettere a tutti di poter godere di un bicchiere di vino accompagnato da uno snack nei giardini con vista lago del ristorante. Un atto di solidarietà.

Ma Renè Redzepi non vuole rinunciare alla sua cucina e alla sperimentazione. Si sta solo organizzando, consapevole di dover distanziare i tavoli e rassicurare l’ospite. Quando aprirà? Probabilmente tra due mesi. Intanto si può andare dal giovedì alla domenica, dalle ore 13 alle 21, al Wine Bar che nessuno si aspettava!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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