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Il Noma è il miglior ristorante del mondo nella Top 50

The World’s 50 Best Restaurants non ha dubbi: il Noma è il miglior ristorante del mondo grazie alla sua cucina creativa ideata con ingredienti locali. La sorpresa? La Francia non è più la regina della gastronomia

Per The World’s 50 Best Restaurants il Noma è il miglior ristorante del mondo, seguito dal danese Geranium di Rasmus Kofed e da Asador Etxebarri che si trova nei Paesi Baschi spagnoli. I due ristoranti danesi valgono un viaggio enogastronomico a Copenhaghen!

La prestigiosa giuria formata da 1100 critici gastronomici, chef e ristoratori ha decretato che il ristorante scandinavo è il posto dove si mangia meglio al mondo. Un ristorante che vanta diversi riconoscimenti. Si era aggiudicato, infatti, il titolo nel 2010, 2011, 2012 e 2014 e solo poche settimane fa ha conquistato tre stelle Michelin.

Il Noma si è sempre distinto per una proposta di cucina innovativa che privilegia gli ingredienti locali, in particolare il pesce selvatico e le verdure. Nella stagione invernale proporrà un menu a base di frutti di mare e alghe provenienti dalle acque artiche e di licheni dei boschi nordici. Quest’ estate priviligerà, invece, le verdure fresche.

René Redzepi, un grande talento 

René Redzepi e il suo team sono veri sperimentatori e chi ha avuto la fortuna di mangiare più volte al Noma non ha mai trovato proposti gli stessi piatti.

Il sito del World’s Best Restaurant ci ingolosisce citando alcune portate che hanno permesso al ristorante scandinavo di ottenere l’ambito riconoscimento: “un innovativo shawarma vegetariano di sedano rapa, un piatto d’anatra con coscia, cervello e cuore servito con chele, piume e becchi, e carne di granchio dolce servita su un pane piatto, tagliato a forma di granchio“.

René Redzepi, lo chef che ha formato un’intera generazione di cuochi

Inutile dire che René Redzepi, icona della nuova cucina nordica, ha formato un’intera generazione di giovani chef che ne hanno seguito le orme. É riuscito a lavorare ingredienti spesso giudicati poveri con tecniche raffinatissime e a renderli gourmet.

Per William Drew, direttore dei contenuti per The World’s 50 Best Restaurants: “Il Noma è stato probabilmente il ristorante più influente della sua generazione, stabilendo nuovi standard in termini di ricerca e selezione degli ingredienti, sviluppo dei piatti e presentazione”.

La tragedia dei ristoranti francesi

La Francia non è più la regina della gastronomia, ha perso la sua capacità seduttiva. Ricordiamo che nel 2019 il ristorante francese Mirazur dello chef Mauro Colagreco era stato eletto miglior ristorante del mondo.

Nella parte alta della classifica ci sono solo tre ristoranti francesi contro i cinque del 2019. In generale, i restanti ristoranti francesi hanno tutti perso almeno 10 posti. L’Arpège, il ristorante dello chef Alain Passard,è in 23° posizione (era in 8° posizione nel 2019) mentre il Pavillon Ledoyen di Yannick Alléno è in 41° posizione (era in 25°posizione nel 2019). 

Le polemiche per la vittoria del Noma

Inutile dire che anche questa edizione della The World’s 50 Best Restaurants ha creato un’infinità di polemiche come dopo una partita di calcio in cui si contesta l’arbitraggio. Un’edizione in cui la critica principale è stata quella di premiare sempre gli stessi chef, maschi, europei e super finanziati.

Quest’anno le polemiche sono state fortissime perchè la vittoria di René Redzepi avrebbe violato il regolamento della competizione. Il regolamento impone che chi ha già vinto non può rivincere. Lo chef danese non avrebbe dunque dovuto essere proclamato vincitore dell’edizione 2021. Come è stato possibile? Semplice, non ha vinto il Noma, ma il nuovo ristorante Noma 2.0. 

Ci sarebbero poi gravi implicazioni psicologiche. Ricordiamo che è una manifestazione duramente condannata da Ferrán Adriá, che ha bollato il 50 Best come una lista assassina perché se scendi dalla vetta sei finito e l’unica cosa che vinci è la depressione.

Sulla The World’s 50 Best Restaurants pesa poi una gravissima accusa di inclusività. Perché non ci sono ristoranti mediorientali o africani (se non uno )? Perché l’unico ristorante cinese su suolo cinese è guidato da uno chef francese?

Attenzione questa competizione non prevede come la guida Michelin l’anonimato. Qui i giurati non pagano il conto. É più un premio alla comunicazione che al migliore chef. Parliamo di un circolo di eletti.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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