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Morfasso: dove fare politica significa fare il bene comune

Un piccolo borgo montano sui colli piacentini dove la buona politica ha aiutato il suo sviluppo

Morfasso è un piccolo angolo di paradiso della provincia piacentina, un posto strategico, a cavallo tra Piacenza e Parma. E’ un vero e proprio paradiso per chi ama il trekking e la mountain bike, con sentieri ben tracciati e mantenuti, raccolti in una pubblicazione dedicata e diffusa, per entrare di diritto e per merito nella storia della sentieristica italiana.

Morfasso borgo montano tra Piacenza e Parma, dove fare politica significa fare il bene comune

Chi è l’artefice? Una giunta ed il suo sindaco: Paolo Calestani. Come è accaduto? Semplicemente, svolgendo l’azione per la quale è stato chiamato a rappresentare un territorio e la sua comunità. Grazie ad una passione innata per la sua terra Paolo Calestani, nato qui 43 anni fa, imprenditore agricolo di successo, da tempo, ha scelto di mettersi a disposizione dei suoi cittadini. «Ho deciso di assumere ruoli politici – ci racconta – perché volevo dare il mio contrbuto nel combattere soprattutto la fuga dei giovani dalla montagna. Per farlo occorre avere una grande determinazione, affrontare le insidie della burocrazia. I miei primi obiettivi sono stati il miglioramento della viabilità, l’attivazione di politiche a favore dell’intera comunità, dagli anziani ai più giovani, per evitare la chiusura della scuola elementare potenziando il sistema di bus. Da qualche tempo stiamo puntando allo sviluppo del turismo e per questo mi batterò per il recupero dei resti dell’abbazia di Monastero, per farne un sito di attrazione, fruibile per tutti e di interesse per gli appassionati di arte e di antichità”.

morfasso borgo montano tra Piacenza e Parma. Intervista al sindaco Paolo Calestani
Il sindaco di Morfasso Paolo Calestani. Le migliori interviste si fanno a tavola!

Paolo Calestani, giunto al suo secondo mandato da sindaco, ha però sul tavolo una bella serie di problematiche da affrontare. Per ultimo il superamento dei disagi della comunicazione, quella telefonia mobile che è, in diversi casi, anche soccorso immediato e garantito. Un problema serio per la sicurezza dei suoi cittadini. Come ricorda il sindaco :“è un disagio per la Protezione Civile quando deve operare in questo territorio, in buona parte servito poco o nulla dalle linee mobili”.

Un fiore all’occhiello della giunta presieduta da Paolo Calestani è sicuramente la sopracitata guida escursionistica “Sentieri di Morfasso. Escursioni e turismo nell’alta val d’Arda”, curata da Sergio Efosi e Fausto Ferrari. Una pubblicazione tascabile che permette di conoscere 18 percorsi e oltre 190 km di sentieri percorribili a piedi, a cavallo e in mountain bike. Un libretto di facile consultazione, ben concepito e stampato, distribuito gratuitamente, che riporta mappe dettagliate ben descritte.

Sentieri recuperati grazie al lavoro di segnatura e mappatura eseguito da diverse associazioni valdardesi. Un lavoro che dimostra che a Morfasso è ancora forte il senso di comunità.
Chi si avvicina per la prima volta a questi luoghi rimane sorpreso per la sua bellezza, un’area territoriale dove la natura disegna uno tra i più incantevoli scenari dell’Appennino piacentino. Sono segnalate tante camminate sul crinale tra il monte Lama, dove il fiume Arda trova la sua sorgente, e il monte Menegosa, mentre altre transitano accanto ai luoghi della Abbazia di Tolla o della Rocca dei Casali, dove sono visibili le tracce dei passaggi degli antichi Ligures, che scolpirono nella roccia i famosi tre gradini. Altri sentieri invitano a soffermarsi laddove si aprono vedute perdifiato, su distese verdi dove l’orizzonte verde si staglia nel cielo, altri invece conducono alla scoperta di luoghi della memoria, come il Museo della Resistenza Piacentina di Sperongia. Prossimamente si lavorerà per aprire cammini fino alla Via Francigena dei Monasteri Regi che transita nel territorio morfassino.

Morfasso

Per gli appassionati di trekking sono state poste anche 10 bacheche ed è stato aperto il sito valdardatrekking.it in costante aggiornamento e fruibile in più lingue.
L’obiettivo di creare una rete di sentieri facilmente percorribili da tutti e per tutte le difficoltà è stato centrato, consentendo di valorizzare e di tenere monitorato anche le condizioni di un’area di verde assai vasta e, quindi, esposta anche a rischio incendi.

Oggi a Morfasso, grazie a questa grande opera, la montagna non è più inaccessibile, ma è alla portata di tutti. Un’opera che vale, da sola, un viaggio per godere delle bellezze e delle opportunità tra sport, cultura, storia e natura davvero di notevole spessore. Dobbiamo tornare ad una decina di anni fa, quando il territorio di Morfasso era richiamo di pochi, attratti soprattutto dal solo Parco provinciale di Monte Morìa, mentre oggi è ben di più. Grazie alla caparbietà del sindaco Paolo Calestani e della sua giunta che hanno avviato un piano di investimenti che ha consentito a quest’area di diventare polo di interesse per un turismo culturale, sportivo e consapevole.

La Morfasso storica, costruita quasi completamente in arenaria, rimane intatta. Le nuove attività sorte non hanno intaccato l’estetica essenzialmente montana delle abitazioni, ma ne ha, al contrario, valorizzate le sue carattteristiche naturali ed originarie.

Morfasso è un comune che ricorda ancora la lotta partigiana. La frazione di Sperongia è uno dei luoghi simbolo della Resistenza piacentina. Qui nell’autunno del 1943 si formò uno dei primi gruppi di disertori che costituì, nell’ aprile del 1944, l’ossatura della 38ª Brigata Garibaldi, la prima formazione partigiana in provincia di Piacenza.
Quando il 24 maggio, i partigiani di Val d’Arda liberarono Morfasso e insediarono la prima amministrazione civica controllata dal Cln nell’Italia occupata, Sperongia si trovava in una vasta “zona libera”, che si estendeva fino all’intera regione orientale dell’Appennino piacentino. Nell’inverno 1944-’45, un feroce rastrellamento nazifascista, provocò gravi perdite, con eccidi di partigiani e civili, razzie e deportazioni. Nei pressi di Sperongia, al Passo dei Guselli, fu compiuta la più spaventosa strage di partigiani.

Nel febbraio 1945, con la ritirata delle truppe nazifasciste, il movimento partigiano riconquistò le posizioni perdute. Sperongia ritornò ad essere centrale nelle fasi di riorganizzazione partigiana e gli abitanti di Morfasso, dove ora sorge il Museo, stabilirono la sede dell’Intendenza della Divisione Val d’Arda. A Costa di Sperongia, si stabilì il Comando divisionale dove furono studiati i piani strategici che consentirono alle tre Divisioni partigiane piacentine – Divisione “Piacenza”, Divisione “Val Nure” e Divisione “Val d’Arda” ‒ di partecipare alla liberazione della città di Piacenza, avvenuta il 28 aprile 1945.

Un commento famelico

Morfasso

Il sindaco Paolo Calestani ha il grande merito di essersi interrogato sul futuro di Morfasso in nome di una passione civica che molti amministratori comunali spesso dimostrano di non possedere. Ha studiato, ha lottato e continua a lottare conto i lacci burocratici per dare un futuro ad una comunità che ha secoli di storia. Ha compreso l’importanza del turismo, ha investito le poche risorse economiche di un comune montano per grandi progetti.

Solo fino a qualche anno fa, Morfasso sembrava essere destinata a conoscere il triste destino di tanti paesi montani italiani: l’oblio. L’economia dissestata di tanti luoghi meravigliosi ha portato piccoli centri abitati a scomparire, trasformandosi in tristi fantasmi. Paolo Calestani non ci è stato, si è messo di traverso, ha ricostruito il senso di comunità, l’amore per un territorio capace di narrare tante storie.

Vi racconto un piccolo episodio, di cui siamo stati testimoni. Dopo una lunga ma troppo breve giornata passata in sua compagnia, a cena, presso l’osteria Zia Valentina, per caso ha scoperto che un giovane impiegato delle Poste di Morfasso, stava salutando i colleghi. Il suo contratto non era stato rinnovato. Il sindaco è balzato dalla sedia, ha lasciato l’allegra brigata, si è avvicinato al giovane e ha subito chiamato un responsabile delle Poste. Perché? Lo lascio dire a lui: “è importante per la comunità che i servizi siano sempre aperti, attivi, quel giovane fa parte della nostra comunità, è diventato per noi un punto di riferimento”.

Se oggi a Morfasso c’è la scuola, le Poste, i servizi, i giovani e gli anziani, i sentieri che porteranno tanti turisti, se Morfasso è viva, avendo avuto la capacità di trasformarsi senza ripudiare la propria storia, lo dobbiamo a gente come Paolo, alle donne e agli uomini della sua giunta. E alla gente come loro che, nelle loro possibilità e nelle più diverse vesti, non accettano passivamente il degrado e lo spopolamento di luoghi come questi. Troppo belli per non essere vissuti, troppo importanti per non essere salvati, troppo carichi di storie di un popolo che deve poter continuare a raccontarle. E ad estenderle nel tempo. Le persone fanno sempre la differenza, questa è la vera conclusione.

Roberto Rossi e Monica Viani

Un grande grazie a Giorgio Bertuzzi per la foto di apertura e di gruppo del secondo press tour organizzato da Experiencemilia!

 

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One Comment

  1. Sono stata tanti anni a Londra poi sono tornata a Venezia dove vivo tuttora
    A Londra ho Conosciuto la famiglia Rodi in. Particolare loretta e da ragazzine siamo venute a San Michele dove c’era Ancora la discoteca e ci divertivamo molto.
    Sono molti anni ormai che Continuiamo a venire in agosto per la festa nel bosco e per rivedere e stare insieme agli amici. Per me San Michele è magico un. Paesino dove si conoscono tutti. È un piccolo paradiso e vengo sempre volentieri. Paolo è bravissimo ed ho visto molti bei cambiamenti da quando c’è lui. Secondo me l’albergo Rapacioli dovrebbe offrire più servizi per andare incontro al turismo ed ultimamente non trovi nemmeno il pane e latte
    Ciononostante io amo San Michele è un. Posto meraviglioso. Antonella

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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