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La ripartenza dei ristoranti pieni come nel passato

I ristoranti sono tornati ad essere frequentati tanto che se non prenoti difficilmente trovi posto, ma il cliente è cambiato. E’ più informato, sa dove vuole andare e che cosa mangiare.

Per molti riuscire ad ottenere un tavolo in un ristorante cool significa socializzare, incontrare nuovi amici. Pochi sembrano disposti ad andare a mangiare in un posto qualsiasi.

Oggi trovare posto al ristorante può essere un’impresa. Sembra di essere tornati come per magia al 2019. Il successo della ristorazione è testimoniato dai social pieni di immagini che ritraggono persone intente a mangiare in compagnia. La possibilità di uscire in un periodo in cui la pandemia non si è trasformata ancora in un ricordo, le ristrettezze economiche rendono l’uscita al ristorante un vero regalo. Frequentare un locale diventa di nuovo sinonimo di divertimento e soprattutto di godere di una sensazione di libertà.

La ripartenza dei ristoranti: come è cambiata la loro scelta dopo il Covid

Eppure qualcosa è cambiato rispetto al periodo pre-pandemia. Le persone si attivano per cercare il ristorante migliore, capace di soddisfare i propri desideri. Aumenta così la ricerca dell’insegna giusta sui social e sui giornali. Allo stesso modo cresce anche il numero di chi, individuato il locale del cuore, lo promuove sulle storie di IG, diventandone un cliente abituale.

Oggi è cambiato completamente l’approccio alla ristorazione: le persone prenotano, vogliono sapere se c’è disponibilità del tavolo all’ora scelta, non vogliono rischiare di non trovare posto. Non si muovono più senza certezze. Nulla è lasciato al caso, si sceglie dove andare. Il cliente si informa, si organizza e va a “colpo sicuro”. La pandemia ha poi lasciato il desiderio di mangiare all’aperto. Solo rose senza spine per i ristoratori? Non proprio, restano i problemi legati a trovare il personale.

La ripartenza dei ristoranti è positiva?

Per gli italiani mangiare al ristorante, degustare aperitivi è sinonimo di divertimento, è rassicurante. Il ritorno alla normalità è dunque positivo? Non manca qualche voce critica che sottolinea come in realtà tutto ciò corrisponda ad un modello che non rispetta le città e la loro identità culturale. Non ci sarebbe alcuno sforzo di promuovere un consumo sostenibile e consapevole.

Si è poi fatta più evidente la trappola delle tendenze. Si è sempre più vittime del “piatto del momento”. Un fenomeno che è stato amplificato dall’avvento dei socila, in particolare di IG e di Tik Tok. La globalizzazzione ha reso un tormentone l’horror delle liste: i 50 migliori ristoranti o i 10 piatti più amati nel mondo. La gastronomia si è trasformata in una sorta di oroscopo quotidiano da consultare per conoscere il ristorante o il piatto da provare. A nessuno viene in mente che dietro a tutto ciò si nascondano logiche commerciali?

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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