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Come faccio a vivere senza di te? Il supermercato al tempo del Coronavirus è il solo grande amore

Lo so
So tutto non parlare più
Lo so che forse è meglio
Ma crederci non voglio
Non c’ero preparato
Ci vuole fiato a dirti
Addio

I Pooh avevano dedicato questi versi a una donna, gli italiani al supermercato. Che cosa faranno se il Governo imporrà restrizioni agli orari di apertura dei negozi?

L’emergenza Coronavirus impazza, ma gli italiani non sanno rinunciare a quella che sembra trasformarsi un un’ossessione: riempire i carrelli.

Sembriamo tutti impazziti! Non riusciamo proprio a rinunciare ad una lunga coda per entrare nel nostro “eden”. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, nonostante gli inviti a stare a casa, quasi 1 italiano su 3 (30%) non resiste nemmeno 72 ore prima di uscire per fare la spesa in negozi, supermercati e alimentari. Perchè non concentrare la spesa se non in una giornata alla settimana, in due o al massimo tre?

Il supermercato al tempo del Coronavirus

Chissà quale racconto sarebbe uscito dalla penna di Kafka? Come avrebbe descritto le nostre case stracolme di provviste?

Gli alimenti maggiormente acquistati

  • Pasta, riso e cereali 26%
  • Latte, formaggi, frutta e verdura 17%
  • Prodotti in scatola 15%
  • Carne e pesce 14%
  • Salumi e insaccati 7%
  • Vino e birra 5%

Ragioniamo, sforziamoci di ragionare

  • Perché la gente non percepisce il pericolo di stare per molto tempo in fila o addirittura assembrati in gruppi?
  • Che cosa succederà alla filiera degli approvvigionamenti alimentari?
  • E la sicurezza di chi è costretto, e lo fa anche per senso del dovere, a stare alle casse o a fare consegne mentre noi lavoriamo da casa?

Non meritano questi quesiti una riflessione capace di indurci a cambiare comportamenti?

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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