A Rimini, a inizio novembre, si è svolta la Conferenza Internazionale sul Gelato Artigianale, voluta e organizzata da Franco Puglisi, editore della rivista PuntoIT, la più autorevole testata sul gelato artigianale. Un incontro reso necessario da un susseguirsi di polemiche superficiali e spesso fuorvianti su come comunicare il gelato artigianale.
Al di là delle polemiche spesso autoreferenziali e sostenute da chi non era presente all’incontro, è stata una conferenza interessante. Ho preferito aspettare a pubblicare il resoconto dell’incontro per evitare di incentivare commenti “partigiani”. L’obiettivo di Famelici non è quello di cavalcare o di fomentare “onde” di indignazione, di protesta, d’isteria individuale o collettiva, ma di una riflessione calma al fine di contribuire a un dibattito proficuo.
Nonostante la conferenza si sia svolta in una giornata infrasettimanale, a ridosso di importanti avvenimenti, come l’inaugurazione di FICO a Bologna, erano presenti numerosi rappresentanti di aziende, associazioni, gelatieri e donne e uomini che hanno fatto la storia del gelato.
Un appuntamento trasversale dove tutti hanno parlato in modo libero, portando la loro testimonianza e il loro contributo.
I due interventi più interessanti…a parere di Famelici
Personalmente mi hanno colpito due interventi, quello di Angelo Grasso e di Luciana Polliotti. Angelo Grasso, formatore assai conosciuto, ha posto subito la discussione sul giusto binario, sottolineando come il dibattito doveva mettere al centro la reale domanda da porsi: che cosa si aspetta il cliente quando varca la soglia di una gelateria? Non ha mancato di sottolineare come la categoria dei gelatieri sia sottoposta a continui attacchi pretestuosi che diventano facilmente “virali” sui social. Si perde così di vista il reale obiettivo che tutti dovrebbero porsi: la valorizzazione del gelato artigianale. Si usa il termine semilavorato, fingendo di non sapere che la maggior parte dei consumatori ignori che cosa siano. Un modo per evitare di discutere come comunicare e valorizzare il gelato artigianale.
Luciana Polliotti, giornalista e studiosa di storia del gelato artigianale e della gastronomia, dopo aver ricordato con passione la storia di ciò che si è fatto per migliorare la produzione e comunicare il valore del gelato artigianale, ha richiamato all’unità d’intenti che nel passato ha portato a fondare una identità forte capace di oltrepassare i confini nazionali per imporre il gelato artigianale come uno dei simboli dell’Italian Food nel mondo. Ha invitato le associazioni a ritrovare quel coraggio che in anni non troppo lontani ha fatto sì, che superati “gli interessi di bottega”, ha contribuito alla diffusione della cultura del gelato. Toccante l’invito finale a fare rete (quella vera, non quella virtuale!), a promuovere la cultura e a condividere il sapere. Perché? Perché il “gelato è arte”.
Che cosa propone la Carta di Rimini
Nella “Carta di Rimini” si propone di costituire un “Comitato Etico di Coordinamento della Comunicazione sul Gelato Artigianale” (CECC – Gelato Artigianale), con a capo un direttivo di 5 membri composto dalle associazioni dei gelatieri, dalle associazioni industriali AIIPA, ACOMAG, fiere di settore (Sigep, Mig, Host, Levante Prof), le riviste specializzate ed altri eventuali soggetti, riuniti in forme associative, operanti nella filiera. Proponibile in futuro una raccolta fondi per finanziare l’operatività del CEEC: 100,00 Euro a gelatiere e 1.000 Euro ad azienda.
Per quanto pensiamo di avere fatto per difendere il gelato artigianale, la sua diffusione e il rispetto di chi lo produce, la verità è che il cammino appare ancora lungo.
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