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Fare impresa nell’agro-alimentare ed avere successo all’estero si può

Fare impresa nell’agro-alimentare ed avere successo all’estero si può

Quanti esempi di chef ed imprenditori del settore agro-alimentare che hanno giocato la carta dei mercati esteri raggiungendo le mete prefisse: sono tanti, tantissimi. Qui di seguito l’ultima testimonianza-storia del progetto di comunicazione digitale “Fare impresa all’estero si può” di Assocamerestero in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Giappone-ICCJ: Elio Ermanno Orsara ha fatto business nel Paese del Sol Levante con l’eccellenza dell’agroalimentare Made in Italy. Oggi è proprietario di un ristorante, di un forno e di una società di catering; esporta in Giappone vino e olio italiani e qui ha avviato una produzione di salami, formaggi e prodotti tipici calabresi, insieme ad un’attività di e-commerce. E non è poco! Riprendiamo dal portale l’ultima intervista, dopo che nell’iniziativa sono passati, nell’ordine: l’esperienza di un imprenditore argentino (l’azienda è la ‘Acker Gug Comercial Ganadera’) nell’avvicinamento al know how italiano; poi il noto maestro cioccolatiere Silvo Bessone spiega che “fare impresa all’estero si può” se si ha, come nel suo caso, una competenza di alto livello e buone capacità manageriali; per concludere la Linea diretta con Emiliano Castagna sul fare impresa in Polonia nel settore della gastronomia Made in Italy ha fatto emergere la capacità di formazione, informazione e moduli esperienziali per trasmettere tutti i segreti millenari della cultura del cibo del Belpaese.

Ecco le parole di Elio Ermanno Orsara che ha sfondato nel settore della ristorazione in Giappone grazie all’eccellenza dei prodotti Made in Italy. E’ infatti titolare della Kioi Corporation K.K, proprietaria del ristorante “Elio Locanda Italiana” e “Elio Catering Service”; possiede un sito di ecommerce di prodotti genuini italiani, VERA@ITALIA e, tra le sue attività, ci sono anche ‘Elio Antica Forneria’, ‘Antica Salumeria’, ‘Fattoria Bio Hokkaido’ e ‘Made in Hokkaido by Italians’, oltre ad esportare in Giappone vino e olio italiani.
“Dal 1996” afferma Orsara “ho portato nel mio ristorante ‘Elio Locanda Italiana’ a Kojimachi (Tokyo), la concezione di ‘fine dining’ anziché, come era stato fino ad allora (grazie agli Italo-americani), di ‘family restaurant’ e dal 2008 ho sviluppato, in collaborazione con l’azienda Natori, una nuova linea di prodotti alimentari per la grande distribuzione ispirata alle tradizioni nostrane, ‘Il buon salame del sud Italia’. Nel 2009 ho iniziato la mia attività di import di prodotti alimentari calabresi, culminata con la creazione di un’azienda ‘sorella’ e l’apertura nel 2010 del sito di ecommerce di prodotti genuini italiani VERA@ITALIA. Nel 2011 ho inaugurato ‘Elio Antica Forneria’, un ristorante più casual rispetto alla ‘Locanda’, caffe`, enoteca e panetteria artigianale”.

Fare impresa nell’agro-alimentare all’estero: si può e con successo. Lo dicono tanti nostri connazionali

E’ stato però nel 2013 che questo esportatore del Made in Italy nel mondo ha fatto il salto significativo: “ho potuto realizzare uno dei miei sogni, aprendo il primo caseificio in Giappone per la produzione di formaggi tipicamente calabresi utilizzando il miglior latte biologico locale, la ‘Fattoria Bio Hokkaido’. Per realizzare questo sogno ho dovuto superare ostacoli immensi, basti pensare che mai prima di allora in Giappone era stata concessa ad uno straniero la licenza per lavorare il latte fresco. Per installare inoltre i macchinari (tutti rigorosamente italiani) sono dovuti venire in Giappone ingegneri dall’Italia e questo non è stato ben tollerato dal sistema tradizionale della distribuzione nipponica, che ha cercato di bloccare e boicottare la mia attività. Alla fine sono però riuscito a creare una piccola colonia di casari calabresi che, nelle campagne di Sapporo, producono formaggi della regione italiana con latte biologico locale. Infine ho deciso di iniziare la produzione di salami, sempre utilizzando la tecnica, i macchinari e il know how italiano, ma i maiali giapponesi. Oggi produco inoltre vino e olio in Italia che vengono importati in Giappone ma nel futuro vorrei creare un ponte tra Calabria e Giappone per esportare tutti i fantastici prodotti di questa regione ma anche far crescere il turismo giapponese in Calabria e ancora, aprire un negozio di alimentari a Tokyo, un agriturismo e produrre verdure Bio”.

“Il Giappone è un paese difficile” spiega Orsara, toccando uno dei punti nevralgici di fare impresa in Giappone e, più in generale, all’estero. “Proprio quando, anche dopo tanti anni, si crede di averlo capito, ci si rende conto che non si è compreso nulla! Bisogna infatti essere sempre cauti e ricordarsi che è caratterizzato dall’essere un’isola; senza la piena fiducia della gente non si conclude nulla perché, a volte, quest’ultima vale quasi più della bontà del prodotto. Dopo che, però, con tanta fatica, si riesce ad ottenere questa fiducia, il Paese del Sol Levante offre opportunità illimitate. L’aspetto psicologico più importante nel fare impresa all’estero è la sicurezza di rappresentare il miglior prodotto e di offrire qualcosa di speciale, che gli altri non possiedono. E’ inoltre sempre fondamentale comprendere bene la cultura del Paese e possedere entusiasmo, testardaggine e mente aperta”. E’ vero: l’italiano non si ferma facilmente di fronte alle asperità… parola chiave: fare impresa nell’agro-alimentare all’estero, si può!
Vai a leggere la testimonianza completa su http://www.assocamerestero.it/default.asp?idtema=1&idtemacat=1&page=news&action=read&idnews=688

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