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Moby Dick, o il viaggio nelle profondità dell’esistenza

Moby Dick, ovvero la metafora del viaggio nelle profondità dell’esistenza. Ispirato al testo di Herman Melville, è il racconto di esodi dimenticati. Una messa in scena originale ma fedele al testo del romanziere inglese. Si sale a bordo della baleniera Pequod con Ismaele, Queequeg e l’equipaggio per conoscere il Capitano Achab e affrontare la Balena Bianca. Ma né l’uno né l’altro si palesano “in carne e ossa”. Se il Capitano Achab compare solo in un video registrato come un’inquietante presenza- assenza metafisica, la Balena Bianca è solo evocata. Una domanda sorge spontanea:  ma Moby Dick esiste davvero? E se fosse quell’inconscio contro cui ognuno di noi lotta quotidianamente? E se fosse quel male che ci portiamo dentro di noi, che spesso ci ingoia, ci dilania e che vorremmo sconfiggere? Assistere allo spettacolo di Losi è ragionare su come l’esistenza sia spesso una continua ricerca di un senso laddove non sembra essercene uno realmente condivisibile con gli altri esseri umani. Grazie alla rielaborazione e al mix in chiave elettronica di suoni e di strumenti della tradizione occidentale e orientale (dal violoncello ai tamburi Taiko) ci immaginiamo le fattezze di Moby Dick. Ne avvertiamo la presenza, lo temiamo, sappiano quanto sia difficile affrontarlo. É la messa in discussione della nostra identità. Eppure alla fine un personaggio si salva. Ismaele resiste, rimanendo fedele al suo desiderio di fare quello che lo incuriosisce, quello che ama. Riesce a mantenere viva quella fiamma che gli permette di pensare liberamente. Moby Dick diventa la scusa per parlare della ricerca di un equilibrio fatto di domande e risposte mai rese vuote dai pregiudizi. Suggestiva la scelta di portare in scena il mare, grazie a un impianto scenico di forte impatto visivo esaltato da un potente soundscape teatrale. Sulla scena si alternano momenti ironici e momenti drammatici, che ci lasciano intendere fin dall’inizio, che la possibilità di vivere senza dimenticare la curiosità, esiste. Eccome esiste e io vi consiglio di cominciare ad appagarla andando a vedere “Moby Dick” al teatro Menotti a Milano.

Moby Dick

regia Michele Losi 
drammaturgia Riccardo Calabrò, Mariasofia Alleva, Michele Losi
cura del movimento scenico Caterina Poggesi
con in ordine alfabetico Mariasofia Alleva, Andreapietro Anselmi, Lucia Donadio, Lucio de Francesco, Carolina Leporatti, Joseph Scicluna
musiche originali Cristina Abati, Chiara Codetta, Tobia Galimberti
scene Marialuisa Bafunno, Michele Losi, Anna Turina
costumi Stefania Coretti, Maria Barbara De Marco
sound design Diego Dioguardi

Teatro Menotti via Ciro Menotti 

Fino al 19 novembre

ORARI DEGLI SPETTACOLI
Lunedì: RIPOSO
Martedì, Giovedì, Venerdì, : h. 20.30 /  Mercoledì e Sabato: h. 19.30 /  Domenica: h. 16.30

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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